Le nuove modelle? Sono modelli
Il mondo della moda si è accorto che occorre mettere la vita attorno a un corpo da vestire, cioè la storia della persona che c’è dentro
Cè qualcosa che sta cambiando profondamente nel mondo della moda. Beh, ovvio: la moda cambia ogni stagione, è la sua forza. Non in quel senso, però. È che stanno cambiando la domanda e l’offerta in senso strutturale, perché cambiano i consumatori. Meglio: le consumatrici. In due sensi, interdipendenti. Le donne hanno sempre scelto i loro abiti, gioielli, accessori. Ora, però, li comprano sempre di più con il loro denaro: lavorano, hanno un reddito. Il che non è solo una questione di nome sulla carta di credito, è un approccio diverso all’acquisto. Non comprano più— o non solo— per piacere a qualcuno ma per se stesse. Non per soddisfare l’idea che altri hanno di loroma per adattare un abito e un anello a quello che sentono di essere. È il portato commerciale dell’emancipazione femminile: se si vuole, del femminismo. In parallelo, si stanno rompendo le barriere dell’età. Anche questo è un effetto del femminismo, del rifiuto della bellezza della donna come semplice fatto fisico, senza storia. È il risultato dell’ingresso nel mondo del lavoro delle donne: ormai, in molti Paesi, un fatto consolidato che ha come risultato un numero sempre maggiore di acquirenti a reddito abbastanza alto, tipico di chi ha maturato carriera e aumenti di stipendio. L’impressione è che l’industria della moda— antenne sensibilissime — se ne sia accorta da tempo e si vada adeguando. Il che significa innanzitutto che attorno al corpo da vestire occorre mettere la storia. Il racconto della persona che c’è dentro. Non che gli abiti non lo facciano e non l’abbiano fatto, finora. È che serve di più: non basta una citazione su un capo per costruire un racconto, bisogna riempirlo di valori, di persone, di donne che si sono affermate nella loro vita. Non è che le modelle siano destinate a sparire. Probabilmente, però, il ruolo che hanno avuto dagli anni Ottanta si restringerà. A favore di donne che hanno vissuto e che hanno da raccontare.
DA JULIA A SALMA. La tendenza delle case di moda a utilizzare per le loro campagne pubblicitarie donne che si sono affermate, e non più giovani, è evidente. Julia Roberts, 47 anni; Iris Apfel, 93 anni, businesswoman americana; Joni Mitchell, 71 anni, mitica cantautrice e pittrice canadese; Joan Didion, 80 anni, scrittrice e giornalista statunitense; Salma Hayek, 48 anni, attrice e regista messicana. Le nuove icone della moda Ventunesimo secolo, alle quali altre seguiranno. Certo, sono fenomeni. Appunto: modelli più che modelle.
@danilotaino