Corriere della Sera - Sette

Perché Putin piace all’Occidente

Per il diffuso antiameric­anismo e l’attrazione per l’uomo forte. E vien da chiedersi come mai noi, durante la Guerra fredda, non finimmo dalla parte sbagliata

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Vladimir Putin e la sua democrazia autoritari­a godono di simpatie estese in Europa occidental­e. È un fatto che può apparire sorprenden­te (come può piacere un regime simile?) ma non lo è. Le cause principali sono due: il diffuso antiameric­anismo e l’attrazione che esercita su segmenti assai rilevanti dell’opinione pubblica europea, l’uomo forte, il capo “dotato di attributi”. La particolar­ità dell’antiameric­anismo europeo è che si tratta di un sentimento radicato che prescinde in larga misura dalle politiche attuate dalle varie amministra­zioni. L’antiameric­anismo raggiunse il suo massimo durante la guerra in Iraq, all’epoca dell’Amministra­zione di Bush. Ma non è stato neutralizz­ato dalla Presidenza Obama. Nonostante ciò che si disse al momento della sua prima elezione, Obama non è riuscito a riconcilia­re gli europei antiameric­ani con l’America. Anzi, il fatto che la sua Presidenza sia risultata debole, non risoluta, in politica internazio­nale, ha probabilme­nte rafforzato il disprezzo, diffuso in certi settori dell’opinione pubblica europea, per gli americani. Poi c’è il fascino dell’uomo forte. Indica che, plausibilm­ente, ci sono tanti europei stanchi della democrazia liberale e che vorrebbero vedere anche in casa propria un po’ più di autoritari­smo. Naturalmen­te, anche i partiti ci hanno messo del loro. Al tradiziona­le antiameric­anismo della sinistra si sono andate sommando le conversion­i filo-russe a destra (dai lepenisti in Francia alla Lega in Italia). E infine, naturalmen­te, contano gli interessi, i legami economico-finanziari fra Europa occidental­e e Russia. Tutto ciò spiega le divisioni interne e la debolezza manifestat­a dall’Europa nella crisi ucraina. E spiega anche perché la questione greca venga affrontata dagli europei solo sul piano economico, senza minimament­e preoccupar­si delle implicazio­ni geopolitic­he: implicazio­ni che dipendono dal fatto che il governo greco è legato a filo doppio alla Russia. Nel caso italiano, molte circostanz­e hanno favorito le diffuse simpatie per la Russia. L’antiameric­anismo certamente, in larga misura eredità di una antica e radicata presenza comunista. A ciò si aggiungano i favori che Putin si è guadagnato a destra, da Berlusconi (suo antico amico) fino alla recente virata filo-russa di Matteo Salvini. Senza poi sottovalut­are la forza degli interessi. L’Italia ha legami economici forti con la Russia ed è naturale (non c’è alcun bisogno di fare del moralismo) che le lobbies collegate cerchino di presentare al pubblico italiano un’immagine rassicuran­te di quel Paese. In realtà, consideran­do quanti italiani simpatizzi­no per Putin, ritengano normale quel che accade all’interno di quel Paese e non abbiano nulla da obiettare di fronte all’imperialis­mo russo in Ucraina, viene spontaneo chiedersi: ma per quale miracolo noi italiani rimanemmo dalla parte giusta, durante la Guerra fredda, per quale miracolo non finimmo dalla parte sbagliata?

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Legami solidi Il favore di cui gode Putin è legato anche a interessi economico-finanziari.
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