Per me il suono è comunque caos
Abbiamo chiesto ad Alessandro Bergonzoni di raccontare i 10 brani musicali che hanno accompagnato ( e segnato) la sua vita
Come un equilibrista che cammina su un filo teso tra senso e nonsenso, Alessandro Bergonzoni ( 1958) è attore e autore ad alto tasso di imprevedibilità. Ha al suo attivo quattordici lavori teatrali e nove libri; è anche poeta ( L’amorte, Garzanti) e artista concettuale figurativo minimalista. Comunque definire in qualsiasi modo il suo ruolo è riduttivo, perché il suo mestiere sfugge a qualsiasi classificazione. Il suo lavoro “filosofico” costringe gli spettatori a non distrarsi mai (“non sono io che vado veloce col pensiero; è la gente che il pensiero l’ha venduto”). Recentemente ha portato a teatro, insieme a Riccardo Rodolfi, lo spettacolo Nessi, da lui definito “un funerale ai vivi”. Laureato in Giurisprudenza (“mi fecero giurare che non avrei mai esercitato”), ha interpretato il Direttore del Circo nel Pinocchio di Benigni, Festone nel Quijote di Mimmo Paladino ed è apparso in un numero diTopolino come mago della parola. Critico verso la Tv, sostiene da sempre che essa andrebbe guardata senza essere accesa. Al suo percorso artistico, ha sempre affiancato un intenso impegno civile, e in particolare è il testimonial da 15 anni della Casa dei Risvegli, che si occupa di persone in coma. Il suono per me è comunque caos. Non amo parlar di musica dividendo l’Italia dal mondo, i leggeri dagli inutili e dai must, gli infantili già morti ma vivi dai moribondi, da talent Tv, nauseabondi d’amor al chilo. Ascolto anche cosa mi dicono i miei figli, o sentendo ripetutamente fino all’ossessione suoni, motivi o versi ( Purple Rain, Tibet, Jazz, Indonesia, Africa, Muezzin, Bach, rap, camera). Sapendo che, più che i cantanti, sono i nostri corpi che suonano con i loro organi, le loro cellule vibranti: frequenza dopo frequenza mi muovo e aspetto di essere mosso.