Albert Sabin, la generosità soprattutto
«La sua», dice Silvio Garattini, «è la storia di un filantropo che si è dedicato alla ricerca senza pensare a se stesso»
Caro Garattini, come direttore dell’Istituto Mario Negri lei è da oltre 50 anni l’antenna più sensibile puntata sul mondo farmaceutico: come giudica la vicenda di farmaci come quello contro l’epatite C che costa migliaia di euro, una cifra tale che se il Servizio sanitario volesse garantire la cura al milione e mezzo di persone portatrici brucerebbe metà del suo budget? « Penso che nel momento in cui un brevetto, a causa della cifra ingiustamente alta del farmaco, impedisce di salvare molte vite, diventa una speculazione e che non sia giusto mantenere il brevetto. Non è una convinzione di oggi: noi ricercatori del Mario Negri ( 22 quando partimmo nei primi anni Sessanta e oggi 750 tra Milano e Bergamo) da sempre non brevettiamo le nostre scoperte, produciamo solo idee e risultati scientifici che sono pubblicati sulle riviste internazionali e messi a disposizione della comunità scientifica. Ovviamente rispettiamo brevetti e segreti degli altri, ma credo che in questo campo andrebbe rivalutata la figura di un personaggio straordinario: Albert Sabin. Lui creò il vaccino antipolio, che ha portato alla quasi totale eliminazione della poliomielite, e non prese un dollaro in quanto non brevettò la sua invenzione, rinunciando allo sfruttamento commerciale in modo che il suo prezzo contenuto garantisse una più vasta diffusione della cura. “Tanti insistevano che brevettassi il vaccino, ma non ho voluto. È il mio regalo a tutti i bambini del mondo”, disse. A lui bastava lo stipendio di professore universitario » .
L’azienda farmaceutica ribatterebbe che la ricerca costa ed è giusta la ricaduta di profitto.
« Quel farmaco antiepatite costa 80 mila dollari negli Stati Uniti. E vuole una riprova sull’aumento spropositato del prezzo? Con 11 mila euro si può comperare un chilo della sostanza per quel farmaco e si arriva a 2 milioni e mezzo di euro di vendita al pubblico. Finirà che chi ne avrà bisogno andrà a procurarselo nei Paesi dove non c’è copertura del brevetto: per esempio in Egitto già il prezzo si è abbassato fino a 600 euro » .
Torniamo a Sabin e al motivo per cui andrebbe riscoperta oggi la sua figura.
« Perché la sua è la storia di un filantropo che si è dedicato alla ricerca senza pensare troppo a se stesso, con grande generosità. La generosità è diventata oggi molto rara in un periodo di crisi in cui domina l’egoismo e la scarsa socialità » .
Se Sabin potesse per un giorno diventare ministro della Sanità, che cosa farebbe?
« Credo che convocherebbe giornali e tv per segnalare uno dei pericoli maggiori del nostro tempo: la diffusione di false notizie in campo scientifico, come quelle dei vaccini che provocano l’autismo, dell’Aids non legato all’Hiv, di Stamina che cura tutte le malattie o delle scie chimiche degli aerei seminatrici di morte. Chiuderebbe con un’esortazione: fidatevi della medicina e diffidate delle bufale sul web » .