Corriere della Sera - Sette

Politica “avvelenata”

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«Non è con i proiettili che, di questi tempi, vengono assassinat­i i personaggi importanti». Queste le parole di Cevdet Erdöl, deputato del partito di governo turco Akp (Partito di Giustizia e Sviluppo) e medico personale del presidente Recep Tayyip Erdogan. Il riferiment­o è all’ultima bizzarria del nuovo uomo forte del Bosforo: un laboratori­o in cui tutti i cibi che Erdogan mangia verranno analizzati e testati. Il laboratori­o vedrà la luce all’interno del palazzo da mille e una notte, con più di 1.100 stanze, che Erdogan si è fatto costruire alle porte di Ankara. Ma già adesso, tra Ankara e Istanbul, un team di persone si occupa di analizzare tutti i piatti che il Presidente dovrà mangiare, nonostante i fornitori siano tutti di fiducia. La paura, infatti, è che Erdogan possa essere avvelenato. C’è chi parla di megalomani­a e di paranoia, tipiche di alcuni personaggi di potere, mentre c’è chi ricorda che la storia della Turchia ha già vissuto momenti drammatici in tal senso. L’ex presidente Turgut Özal nel 1988 sopravviss­e a un attentato e, quando morì nel 1993, i familiari dissero che era stato avvelenato. Allo stesso modo, l’ex primo ministro Bülent Ecevit, morto nel 2006, era scampato a più di un tentativo di omicidio, di cui uno a New York. Paranoia giustifica­ta, dunque?

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