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È il consiglio di Stewart, che parlerà del futuro dell’informazione
Ivan Boesky era il “Mida” della Borsa, tutto quello che toccava diventava oro. Fino a che, un giorno del 1987, la Security and Exchange Commission non scoprì che basava la compravendita di azioni sull’insider trading. Le informazioni riservate gliele forniva Dennis Levine, impiegato in una banca d’investimenti, in cambio di un’ingente percentuale dei guadagni. Un altro complice era Michael Milken, il re dei junk bonds, le obbligazioni spazzatura ad alto rendimento ma ad altissimo rischio. Il terzetto, smascherato, dovette pagare centinaia di milioni di dollari di multa e scontare diversi mesi di prigione. Si trattava del primo grande scandalo finanziario americano, una enorme truffa ai danni del sistema Wall Street che instillò nell’immaginario comune l’idea di “finanza cattiva” ( e stuzzicò anche Hollywood, che per il personaggio di Gordon Gekko si ispirò proprio a Boesky& Co). In quel periodo a raccontare le peripezie giudiziarie degli “squali del dollaro” per conto del Wall Street Journal c’era James B. Stewart, un avvocato dell’Illinois di 35 anni che per il giornalismo aveva lasciato uno dei più importanti studi legali di New York. Le sue cronache precise ed equidistanti gli valsero nel 1988 il premio Pulitzer e nel 1991 divennero lo scheletro del suo bestseller La tana dei ladri. Il prestigioso riconoscimento gli è stato consegnato nella categoria “explanatory journalism”, giornalismo esplicativo. Perché di questo si tratta: quando succedono casi così complessi in materie così difficili il giornalista diventa anche un po’ professore. Da cronista deve trasformarsi in qual- cuno in grado di spiegare in modo semplice quello che sta accadendo. È questa la prima sfida del giornalismo economico: la competenza. Quasi trent’anni dopo e con una crisi finanziaria mondiale di mezzo, James B. Stewart in persona verrà a Milano il prossimo 17 marzo ( ore 18) in sala Buzzati. L’occasione è l’incontro “Cronaca giudiziaria e scandali finanziari, quali sfide per il giornalismo?”, organizzato dalla Fondazione Corriere della Sera. Con lui sul palco, a condurre una sorta di intervista a due voci, ci saranno i giornalisti del Corriere Giuseppe Guastella e Giuliana Ferraino. Quali sfide, dunque? La stampa è stata accusata di non aver raccontato la crisi del 2008 prima che si avverasse a causa della contiguità tra gli interessi finanziari e le case editrici. Ma anche di pigrizia e sciatteria, per aver abbandonato quasi del tutto le inchieste. Quali sfide, dunque? Autonomia, onestà intellettuale, preparazione. Ma soprattutto entusiasmo: « Bisogna seguire una notizia come se fosse una storia » , scrive James B. Stewart, ora insegnante di giornalismo economico alla Columbia University e columnist del New York Times.