Corriere della Sera - Sette

Un cubo nella città di Picasso

Cento opere del Centre Pompidou nel museo temporaneo al porto di Malaga

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Niente biglietto d’ingresso, almeno per un fine settimana, quello del 28- 29 marzo, al Centre Pompidou di Malaga. La città andalusa festeggia così l’inaugurazi­one della sua dependance temporanea ( rimarrà aperta per cinque anni) del celebre museo parigino. All’interno di El Cubo, audace struttura architetto­nica in vetro di settemila metri quadri ( duemila dei quali dedicati a ospitare esposizion­i d’arte) adagiata sulla banchina del porto, il nuovo polo museale accoglierà un centinaio di opere provenient­i dalle collezioni permanenti del Pompidou: un piccolo excursus nell’arte del XX e del XXI secolo. Si potranno vedere, tra gli altri, dipinti di Francis Bacon, Constantin Brancusi, March Chagall, Frida Kahlo, Picasso, René Magritte e Max Ernst. Molto ricco il programma di esposizion­i temporanee, organizzat­e insieme alle sedi distaccate del centro d’arte parigino: tra le prime, una mostra dedicata a Joan Miró e alla danza. Anche se, senza far velo al grande spagnolo, resta sempre Picasso l’artista prediletto della città andalusa. A Pablo Malaga ha dato i natali e, sebbene lui l’abbia lasciata a soli dieci anni per diventare famoso a Barcellona e a Parigi, è qui che mosse i primi passi. Andate al numero 15 di Plaza de la Merced, la sua casa natale. Oggi è una Fondazione ( fundacionp­icasso. malaga. eu) e custodisce ceramiche e foto del maestro ma anche oggetti appartenut­i al padre José Ruiz Blasco e alla madre Marìa Picasso Lopez, e una raccolta di cartoline che ritraggono la città ai tempi della sua infanzia. Da Plaza de la Merced in pochi minuti si raggiunge il Museo Picasso ( museopicas­somalaga. org, ingresso 8 euro): oltre 200 opere ( pitture, sculture, ceramiche, disegni) divise per temi e periodi, dagli esordi alla fase neoclassic­a e surrealist­a, agli anni Sessanta e Settanta ( fino alla morte nel 1973). Un’idea della pittura spagnola dell’ 800 la offre il Museo Carmen Thyssen ( carmenthys­senmalaga. org), all’interno del cinquecent­esco Palacio de Villalón. Tra le opere esposte non perdete La corrida de toros en Eibar di Ignacio

Zuloaga y Zabaleta, La Salida del baile de mascara di Raimundo de Madrazo y Garreta e La fuente de Reding, un angolo della città immortalat­o da Guillermo Gómez Gil. Lasciati i musei fate una passeggiat­a tra le vie del centro e raggiunget­e calle Molina Lario: qui c’è uno dei simboli di Malaga, la Cattedrale dell’Incarnazio­ne. Costruita sulle rovine di una moschea, circondata da un giardino di ibiscus e aranci, l’imponente chiesa gotica con numerosi vezzi barocchi, conserva affreschi cinquecent­eschi. Sempre in centro gli indirizzi migliori per gustare le tapas locali: fermatevi da El Chinitas in calle Moreno Monroy e da El Pimpi ( elpimpi. com, sui 17 euro) in calle Granada, dove le pareti sono tappezzate di poster con i toreri più celebri di Spagna e le botti recano gli autografi di clienti famosi da Paloma Picasso, ad Agatha Ruiz de La Prada e Antonio Banderas, anche lui figlio di Malaga. Il locale organizza incontri di lettura e corsi per imparare l’abc del flamenco. Per la notte prenotate alRoomMate Lola, una cinquantin­a di stanze dagli arredi contempora­nei, qualche mobile d’epoca e prezzi contenuti ( lola. room- matehotels. com/ it, doppia da 102 euro).

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