Il tempo perso per la tua rosa la rende unica
In questo dialogo con una volpe del deserto il piccolo principe capisce l’essenza del suo rapporto con una rosa che aveva coltivato sul suo lontano pianeta. Prima di raggiungere la Terra, lui credeva che quella rosa fosse unica e sola nell’universo. Ma, accogliendo l’invito della volpe a visitare i cespugli di rose, il piccolo principe comprende la differenza tra le
« “È il tempo [ disse la volpe] che hai perso per la tua rosa che rende la tua rosa così importante”. “È il tempo che ho perso per la mia rosa…” disse il piccolo principe, per ricordarsi. “Gli uomini hanno dimenticato questa verità” disse la volpe. “Ma tu non devi dimenticarla. Tu diventerai responsabile di tutto ciò che hai addomesticato. Tu sei responsabile della tua rosa…” »
altre rose e la sua rosa: « Certo, la mia rosa, un passante qualunque penserebbe che vi assomiglia. Ma da sola lei è più importante di tutte voi, perché è lei che ho innaffiato. Perché è lei che ho messo sotto vetro. Perché è lei che ho riparato con il paravento. Perché è lei quella a cui ho ucciso i bruchi […]. Perché è la mia rosa. […] » . Adesso le parole della volpe ( « È il tempo che hai perso per la tua rosa che rende la tua rosa così importante » ) diventano più chiare: è il tempo che noi dedichiamo a uomini e cose a renderli unici. Senza saperlo, il piccolo principe sul suo pianeta aveva “addomesticato” la sua rosa, al punto da innamorarsene. E, nella stessa maniera, avrebbe potuto “addomesticare” la volpe: « Io non sono per te che una volpe simile a centomila volpi. Ma se tu mi addomestichi avremo bisogno l’uno dell’altra. Tu sarai per me unico al mondo. Io sarò per te unica al mondo » . Senza cura, senza dedicare tempo, non possono nascere legami: « Gli uomini non hanno più tempo di conoscere niente. Comprano cose già fatte da commercianti. Ma siccome non esistono commercianti di amici, gli uomini non hanno più amici » . Chi capisce la vita sa che non si può ridurre tutto in cifre ( « Noi che capiamo la vita, noi ci facciamo beffe dei numeri » ) . E così il piccolo principe, nel rientrare a casa per raggiungere la sua rosa, ha imparato che « non si vede bene che con il cuore » perché « l’essenziale è invisibile agli occhi » .