Vecchio MarxenuovaRussia Padiglioni pieni di politica
Ai Giardini sorge il nuovo sito dell’Australia. Poi il ricordo del genocidio armeno. E, per il Cile, la poetica della dissidenza
All the World’s Futures, il tema della 56esima Esposizione Internazionale
Dunque è sempre e solo il capitale a muovere il mondo, specie quello dell’arte. Così la lettura ininterrotta di Das Kapital di Marx diventa leitmotiv della 56esima edizione dell’Esposizione Internazionale d’Arte ( dal 9/ 05 al 22/ 11), diretta dal nigeriano che riflette su All the World’s Futures, con una significativa presenza di artisti africani. E la politica, come tensione a un nuovo futuro sociale e geografico, oggi di nuovo in bilico, rientra dalla porta principale, dopo il 1973 ( il golpe di Pinochet). Così il Padiglione del con le poetiche della dissidenza, ci ricorda appunto quella resistenza, con e le sue fotografie scattate nei bordelli di trans, e con le sue linee bianche tracciate su strade e marciapiedi, a formare croci, in ossequio ai desaparecidos. Anche il francese affronta questo tema, riproponendo l’installazione che fece nel deserto dell’Atacama, composta da centinaia di campanelle che, mosse dal vento, sono l’eco delle voci spente di quelle persone. La ha un ministro della cultura, Medinskij, che avversa l’arte contemporanea. Come si farà mai? L’artista ( dal 2000 vive tra il New Jersey e Mosca) non può giocare la carta politica, e allora vira all’ecologia psicologica, al green. Nel senso anche del colore ( tipico dei palazzi di San Pietroburgo), con il quale verranno dipinti i muri del padiglione ( ora bordeaux). Irina, negli anni Ottanta, è stata la prima artista russa a realizzare delle installazioni ( ospitate nella propria casa), qui non rinuncerà a presentare le sue figure di spalle. Primo dei
Cile,
Boltanski
Russia
29 padiglioni ad essere costruito ai Giardini, quello del ( 1907). ha invitato dieci ospiti, tra cui l’italiana
Qui riaffiora il passato colonialista di questo Paese, attraverso le liriche e le canzoni di un musicista di rumba congolese. L’opera della Benassi verte sul museo reale per l’Africa centrale di Tervuren, voluto dal re Leopoldo II. Le artiste donne sono per fortuna molte, senza bisogno di “quote rosa”, capitanate da una veterana e pioniera come ( e dalla bad girl Con la sua
Belgio sen Elisabetta Benassi.
Joan Jonas Usa) Sarah Lucas Inghilterra).
( opera Flaka Haliti ( Kosovo) sposta i confini politici verso l’ampiezza dell’orizzonte, ragionando su democrazia, libertà di azione e di movimento. trasferisce e installa, nel padiglione della
come fosse un objet trouvé, un negozio di Volos che vende animali scuoiati e pelli, riflettendo sul rapporto ( anche letterario) fra uomini e bestie, soprattutto quelle non rese domestiche. ( ci porta dentro immagini generate dalle tecnologie e nell’interattività di internet, non tralasciando dei tocchi pittorici.
Grecia,
Svizzera),