Corriere della Sera - Sette

Quanta Dolce Vita alla conquista dei musei parigini

Le ceramiche di Chini, le geometrie di Balla e Depero, le invenzioni del duo Ponti-Fornasetti. Ancora una volta ospiti della capitale francese

- Di Valerio Terraroli

L’incontro tra Italia e Francia

Se le nostre esportazio­ni commercial­i non riescono ancora a farci superare il guado, lungo, della crisi economica, sembra che quelle culturali vadano a gonfie vele. Almeno a Parigi, dove sta iniziando una vera e propria “stagione” all’insegna dell’arte italiana. Dalla importante monografic­a dedicata all’artista torinese Carol Rama, a una scelta di capolavori da Giotto a Caravaggio ospitata nel Musée Jacquemart- André come tributo a uno dei padri fondatori della storia dell’arte italiana, Roberto Longhi, all’esposizion­e che raccoglie le spumeggian­ti e spiritose invenzioni del designer Piero Fornasetti, allestita al Musée des Arts Décoratifs. Fino allo straordina­rio omaggio che il Musée d’Orsay, per volontà del suo presidente, Guy Cogeval ( nato a Torino), dedica all’arte italiana della prima metà del Novecento: le fascinose sculture di Adolfo Wildt all’Orangerie e la ricchissim­a mostra intitolata La dolce vita?, al d’Orsay, per raccontare attraverso dipinti, sculture e arti decorative, dal 1900 al 1950, la via italiana alla modernità ( se fu davvero “dolce vita”, o meno, lo deciderann­o i visitatori). Attraverso l’elegante percorso dell’esposizion­e, emerge con forza l’inarrestab­ile relazione tra le arti decorative e quelle figurative, sinergie che si fanno evidenti, strettissi­me, attraverso le esposizion­i in cui i due mondi si incontrano e si confrontan­o. La veloce evo-

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L’arte del marmo,

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