Corriere della Sera - Sette

ARTE COME CONSACRAZI­ONE PER LE STAR

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Sono molte le pellicole che hanno raccontato gli artisti e l’arte con un approccio romantico, eroico, per dare risalto alle interpreta­zioni a volte di valore, altre meno, di star in cerca spesso di una definitiva consacrazi­one. Negli anni d’oro di Hollywood, John Huston racconta la storia di Toulouse- Lautrec in Moulin Rouge, Vincente Minnelli dà a van Gogh il volto di Kirk Douglas in Brama di vivere e Michelange­lo è interpreta­to dal “biblico” Charlton Heston ne Il tormento e l’estasi di Carol Reed. Un atteggiame­nto che non è cambiato nemmeno col passare dei decenni, infatti Anthony Hopkins presta il volto a Picasso nel film di James Ivory, Daniel Day- Lewis a Christy Brown ne Il mio piede sinistro, Salma Hayek a Frida Kahlo, Colin Firth con Scarlett Johansson ci raccontano il trasporto amoroso di Vermeer ne La ragazza con l’orecchino di perla e Tim Burton, con Big Eyes, porta al cinema la storia tormentata di Margaret e Walter Keane, interpreta­ti da Amy Adams e ChristophW­altz.

L’ARTE COME LA VITA E LA VITA COME L’ARTE

C’è un gruppo ristretto di autori che nascono pittori o che comunque conoscono bene la natura del dipingere. Nei loro film, altamente sperimenta­li, l’esistenza ha il sopravvent­o sull’arte, le opere e gli artisti vengono influenzat­i dal loro stile di vita e dal mondo che li circonda. Quasi mai i protagonis­ti sono ritratti nell’atto del dipingere, i personaggi trovano la loro forza nei comportame­nti quotidiani, nei loro sogni visionari, masoprattu­tto nell’abilità dei registi di costruire in ogni immagine dei veri e propri tableaux vivants. Così è per il Caravaggio di Derek Jarman, sensuale nella vita come nei suoi quadri; come pure per Basquiat di Julian Schnabel, dove il protagonis­ta è feroce, energico, sempre in conflitto con le droghe e l’arte stessa. Carlos Saura, invece, con la complicità della fotografia di Vittorio Storaro, nel suo Goya dipinge un affresco suntuoso e cupo che va oltre la turbolenta personalit­à del protagonis­ta, ma che si estende ai grandi avveniment­i storici della Spagna. Un ulteriore passo avanti lo compie Greenaway con Nightwatch­ing, che descrive la genesi del quadro La ronda di notte per raccontare la vita di Rembrandt, un mugnaio di provincia diventato, a soli 23 anni, una celebrità nell’Olanda del ‘ 600. Il suo film indaga sul momento di passaggio in cui la carriera di questo artista all’apice del successo riceve una scossa, portandolo sul lastrico non solo a livello economico, ma anche sociale e personale. Miloš Forman, con L’ultimo inquisitor­e su Goya, e Akira Kurosawa, con l’episodio di Sogni su van Gogh, vanno oltre il pittore e ci portano a vivere l’emozione di entrare nel quadro, imparando ad amarli per ciò che hanno fatto e non per ciò che sono stati.

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 ??  ?? L’eccentrico Turner Timothy Spall veste i panni dell’eccentrico pittore britannico William Turner, di cui la pellicola Mr. Turner (2014) di Mike Leigh ne evoca gli ultimi 25 anni di vita.
L’eccentrico Turner Timothy Spall veste i panni dell’eccentrico pittore britannico William Turner, di cui la pellicola Mr. Turner (2014) di Mike Leigh ne evoca gli ultimi 25 anni di vita.
 ??  ?? CCapolavor­ili perdutid i In una scena di Stuart Little (1999) di Rob Minkoff compare una tela originale di Róbert Berény, che si credeva perduta (nella foto, dietro i protagonis­ti).
CCapolavor­ili perdutid i In una scena di Stuart Little (1999) di Rob Minkoff compare una tela originale di Róbert Berény, che si credeva perduta (nella foto, dietro i protagonis­ti).
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