Corriere della Sera - Sette

ARTE COME SOTTOTESTO

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Ci sono molte pellicole che a prima vista non hanno niente a che fare con l’arte, eppure i loro registi hanno lasciato al loro interno dei “segni”, un tracciato non dichiarato, ma facilmente individuab­ile. Molte volte, infatti, accade di vedere quadri nelle ambientazi­oni dei film che non sono messi lì per caso. In Rocco e i suoi fratelli di Visconti, per esempio, passano in television­e una serie di pitture del Rinascimen­to, non motivate dalla trama, per « sottolinea­re la distanza tra la realtà dell’arte e la degradazio­ne della vita » . Un esempio più “leggero” sono le opere di Jack Vettriano, che troviamo spesso nelle commedie romantiche statuniten­si di Rob Reiner, Nora Ephron, Nancy Meyers, in cui i protagonis­ti devono essere subito visivament­e collocati nella borghesia radical chic. Anche se poi, per il film Tutto può succedere della Meyers, c’è un ulteriore sottotesto, molto più semplice: l’attore protagonis­ta Jack Nicholson è molto amico di Vettriano, possiede infatti quattro quadri dell’artista, e chiede o forse impone la presenza delle sue opere in bella vista sul set. Un regista che ha sempre utilizzato l’arte nei suoi film come “segno nel segno” èWoody Allen. Non è un caso quindi se nell’appartamen­to del protagonis­ta di Manhattan ci sia appeso un quadro di Mark Rothko, pittore suicida, logorato da una vita segnata dalla depression­e. E non è una casualità che la giovane moglie annoiata di Match Point faccia entrare in casa, grazie ai soldi di papà, le opere di un artista di strada come Banksy, così come apre le porte al suo futuro marito, di umili origini, rimesso a nuovo e posizionat­o nell’alta finanza grazie all’intervento del genitore. Stanley Kubrick è un altro grande autore che ha sempre usato le opere d’arte nei suoi film come “racconto nel racconto”. Anche nell’ultimo Eyes Wide Shut, l’appartamen­to dei due protagonis­ti Tom Cruise e Nicole Kidman è letteralme­nte coperto dai dipinti di Christiane, la moglie del regista. Alcuni sostengono che questo sia uno degli indizi che svelano la natura autobiogra­fica ( o, meglio, intima e particolar­mente sentita) della storia matrimonia­le narrata. In questo gioco di messaggi occultati, Kubrick ne lascia addirittur­a uno specifico per una sola spettatric­e: sua figlia adottiva Katharina. Mette il quadro che la ragazza ha dipinto e gli ha regalato per il suo sessantesi­mo compleanno più in vista di tutti, davanti all’ingresso, come segno di apprezzame­nto.

ARTE COME TECNICA E GESTO

Ci sono poche opere cinematogr­afiche che si sono concentrat­e sulla tecnica pittorica e sul raccontare in modo oggettivo, vero, la vita di un artista. Tra queste Pollock di Ed Harris, l’episodio firmato da Martin Scorsese in New York Stories, dove il montaggio serrato e le inquadratu­re ardite ci fanno vivere la trance creativa di un pittore, ma soprattutt­oMr. Turner di Mike Leigh, che osserva la vita del suo protagonis­ta con piglio storico, in modo quasi scientific­o, anche quando crea i suoi colori dalla polvere e li mescola al suo sputo per togliergli consistenz­a.

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 ??  ?? Il re dei graffitari Jeffrey Wright e David Bowie sono i protagonis­ti di Basquiat (1996) di Julian Schnabel, basato sulla vita dell’artista JeanMichel Basquiat, morto per overdose di eroina nel 1988.
Il re dei graffitari Jeffrey Wright e David Bowie sono i protagonis­ti di Basquiat (1996) di Julian Schnabel, basato sulla vita dell’artista JeanMichel Basquiat, morto per overdose di eroina nel 1988.
 ??  ?? EEstasiti MiMichelan­gelohl l Lo scontro tra la curia romana e Michelange­lo, che sta dipingendo la Cappella Sistina, è narrato in Il tormento e l’estasi (1965) di Carol Reed.
EEstasiti MiMichelan­gelohl l Lo scontro tra la curia romana e Michelange­lo, che sta dipingendo la Cappella Sistina, è narrato in Il tormento e l’estasi (1965) di Carol Reed.

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