Corriere della Sera - Sette

Se il naufrago diventa schiavo

- Di Paola Severini Melograni

«Negli ultimi anni si può notare una progressiv­a attenzione per i diritti “in situazione”, legati alle circostanz­e della vita piuttosto che all’uomo in quanto tale: diritti del minore, del malato, del lavoratore...evoluzione promettent­e, perché implica una maggiore attenzione per i bisogni dell’essere umano. Ma il rischio è che si perda l’orizzonte della Comune Umanità». George Cottier, art. 1 Carta dei Diritti Fondamenta­li della Ue “La dignità umana è inviolabil­e”. Manuale dei Diritti Fondamenta­li e Desiderabi­li, Oscar Mondadori.

Sono un essere umano: nulla di ciò che è umano reputo a me estraneo » , questa ( la più antica definizion­e di « comune umanità » ) la scriveva circa 2.175 anni fa Publio Terenzio Afro, un liberto nato schiavo a Cartagine, ( oggi un immigrato tunisino), che arrivò a Roma e divenne un grande commediogr­afo; morì a 26 anni in un naufragio, proprio come muoiono migliaia di profughi nel mar Mediterran­eo. Sappiamo che molti di loro vivono come schiavi nei loro Paesi, e che fra coloro che si salvano, molti sono destinati a una nuova, diversa schiavitù: vengono comprati e venduti dai commercian­ti di carne umana, usati per mendicare, manovalanz­a per le mafie. Quali sono i diritti comuni che ci uniscono a queste donne e uomini “senza- diritti”? È immaginabi­le una eguale “comunità” di noi e loro? Georges Cottier è stato il teologo di due Papi: Woityla e Ratzinger. È un grande studioso del marxismo: ha analizzato l’ideologia dei mezzi di produzione e dello sfruttamen­to capitalist­ico dei lavoratori, e nello smontare, attraverso il lavoro di una vita, queste tesi non ha perso la visione di una diversa “comune umanità” perché i diritti non siano soltanto individual­i ma “diversamen­te collettivi”. Fra pochi giorni questo gigante della fede compirà 93 anni, mantenendo fresca la sua passione per l’umanità, come quando giovane studioso partecipò ai lavori del Concilio Vaticano per la stesura dell’Humanae Dignitatis, ispirato anche all’esempio di Jacques Loew, il suo amico prete operaio del porto di Marsiglia.

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