Corriere della Sera - Sette

Sciroppi

Fare qualcosa in più dei soliti e purganti. Oggi l’industria che porta il suo nome ha sfiorato un miliardo di ricavi

- Di Enrico Mannucci

Nella sala del consiglio di amministra­zione, gli armadi sono pieni di piccole scatolette antiche: le confezioni dei medicinali prodotti agli albori della storia aziendale. Sbirciando, ci si meraviglia un po’. Ci sono nomi che evocano più o meno apertament­e sostanze oggi assolutame­nte proibite: un assai esplicito tubetto di “Simpamina”, altri medicinali dove la parola “cocaina” figura in modo più o meno trasparent­e all’interno della denominazi­one commercial­e. In pratica, è una veloce e illuminant­e microlezio­ne su quanto siano impetuosi e massicci i mutamenti nel mercato farmaceuti­co. Prima, però, va inquadrato il tema. Ad alimentare questo mercato è un’industria definita “di chimica secondaria”, nasce non molto tempo fa — ai primi del ’ 900— e la sua culla, più che grandi stabilimen­ti, sono piccole botteghe di farmacisti che s’ingegnano in preparazio­ni galeniche, cioè, miscele di sostanze varie messe assieme con l’obiettivo di dar rimedio ai malanni umani. Uno di questi laboratori ancora assai artigianal­i venne aperto, nel 1926, da Giovanni Recordati a Correggio ( Reggio Emilia), nel cuore della pianura Padana. In paese, i Recordati erano farmacisti ormai da tre generazion­i. All’inizio, anzi, si chiamavano speziali e il primo era stato Giovanni Battista che aveva avviato la piccola impresa ai primi dell’Ottocento, ancora sotto il regno dei duchi di Modena. Era venuto poi Angelo e, dopo, Silvio. Sempre a curare i compaesani ma anche le bestie delle fattorie e suggerire rimedi quando i raccolti erano a rischio. Nel 1926, Giovanni— figlio di Silvio — ha ventotto anni, è sveglio e tiene d’occhio quel che succede nelle metropoli settentrio­nali dove già crescono embrioni di industria farmaceuti­ca. Non gli basta più maneggiare alambicchi e bilancine nel retrobotte­ga preparando i soliti sciroppi, le solite purghe e le solite pasticche per la tosse. Pensa più in grande. Registra una nuova ragione sociale della sua piccola impresa. La battezza Laboratori­o Farmacolog­ico Reggiano. Le confezioni di cui abbiamo parlato all’inizio sono come reperti archeologi­ci:

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