Emergenza letteraria nazionale: i fan di Missiroli bloccano la casella della posta
NON ERA TROPPO. Scrive Mario Berardelli: « Sabato sono andato in libreria e ho preso Lemaitre, Sánchez e Carrère. Alla fine ho aggiunto Missiroli, Atti osceni in luogo privato, per obbedienza verso il nostro padre spirituale letterario ma con molto scetticismo, scetticismo aumentato quando poi la domenica l’ho visto di nuovo recensito sulla Lettura, troppo. L’ho divorato in un giorno e mezzo e adesso sono in ginocchio sommerso di cenere pronto ad espiare. Strabiliante. Un romanzo di formazione stupendo, scritto in maniera magnifica, e insieme un amarcord romantico, struggente, languido e commovente per due o tre generazioni. Un’immersione nei ricordi di ciascuno; il nostro dna intellettuale che riemerge grazie al cammeo prezioso di Missiroli e ai costanti stimoli e richiami cinematografici e letterari ma anche politici. E i personaggi? Marie è un sogno, Giorgio è gigantesco, gli amici sono quelli che tutti abbiamo sperato, Maman è una roccia, persino Frida quasi ci appartiene e poi alla fine Anna per la quale non ci sono parole. Questo è davvero un libro che incide sulla formazione di una generazione ed entra nella Storia della nostra letteratura. Grazie Maestro, non dubiterò mai più ma mi perdoni comunque » . Uomo di poca fede.
MA QUALE IPERBOLE. Tiziano Cornegliani scrive: « Ho letto del suo innamoramento ( prima su Sette, poi sulla Lettura) per l’ultimo romanzo di Missiroli, prima di leggere il libro, e ho pensato “che esagerato, un’altra iperbole”. Poi, sono corso a leggerlo. Aveva ragione, è un capolavoro. Le dirò di più ( e non ha idea di quanto mi costa affermarlo, visto il mio amore smisurato per Philip Roth): forse è addirittura meglio del Lamento di Portnoy. Con affetto e gratitudine » . Vi capisco, però datevi una calmata: niente può essere meglio di Portnoy.
MAGIE. Viscardo Biagini scrive: « La ringrazio per aver segnalato Atti osceni in luogo privato che è originalissimo e superavvincente per contenuto e per magia di scrittura. È un capolavoro assoluto! » .
BACI (ACCADEMICI). Paola Vitali scrive: « Che dietro l’apparenza di un ragazzotto scanzonato si nascondesse un talento, l’aveva già scoperto la giuria popolare del Premio Bergamo ( che si tiene nella mia città dagli anni Ottanta). Nel 2013 il romanzo Il senso dell’elefante di Marco Missiroli aveva stravinto, distaccando di parecchi voti il secondo classificato. Quell’anno c’era stato anche “l’incidente” della divulgazione anticipata del vincitore da parte del quotidiano locale prima dello spoglio delle schede: niente complotti, solo un errore tecnologico. “L’oliva nel Martini” direbbe Arango. Il romanzo aveva vinto per l’ottima scrittura, la trama avvincente e un finale molto coraggioso ( che a mio parere gli aveva fatto perdere voti da parte dei più benpensanti). Che dire del suo nuovo romanzo? Ha già detto tutto la simpaticissima libraia Anna Nuzzi e lei con il 110 e lode. Io mi permetterei di aggiungere il bacio accademico. P. S. Ieri, domenica, non era possibile inviare messaggi alla sua casella di posta perché troppo piena. La prego di fare in modo che non si ripresenti più questo fastidioso inconveniente » . La posta mi si è bloccata a causa della quantità di messaggi che lodavano Missiroli. Mai successa una cosa simile.
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