Corriere della Sera - Sette

A chi fa paura WhatsApp

/ Ecco cosa si cela dietro gli interventi della giustizia contro l’applicazio­ne di messaggist­ica

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Hanno suscitato perplessit­à tra milioni di utenti - in Brasile e non solo - i continui interventi della giustizia su applicazio­ni popolari come WhatsApp e siti come YouTube, sempre come rappresagl­ia di un magistrato a ingiunzion­i andate a vuoto. Dopo che, a inizio maggio, la popolare app di messaggist­ica è stata bloccata nuovamente per una giornata in tutto il Brasile (è la terza volta) un gruppo di deputati si sta muovendo per intervenir­e su quella che, a loro parere, è la causa di tanta discrezion­alità a danno degli utenti. E cioè il cosiddetto “Marco Civil”, la legge quadro su Internet, in vigore da un paio di anni. Per il governo appena caduto di Dilma Rousseff si tratta di un fiore all’occhiello: nessun Paese al mondo ha una legislazio­ne così avanzata sulla Rete, la sua neutralità, i diritti di privacy dei cittadini, la difesa contro lo strapotere dei big nordameric­ani. L’idea del Marco Civil nacque dopo le rivelazion­i sullo spionaggio da parte del Nsa americano, ai danni di autorità, aziende e cittadini brasiliani. Secondo il piccolo Pr, Partito della Repubblica, invece, è nei meandri di quella legge che si nasconde la possibilit­à di un solo giudice di fermare una applicazio­ne come WhatsApp, che nel solo Brasile conta su 100 milioni di utenti. Per questo il partito ha presentato una richiesta di incostituz­ionalità al Supremo tribunale federale su due paragrafi della legge, laddove si citano le pene delle quali sono passibili i provider e i fornitori di programmi, che vanno dall’avvertenza, alla multa sino alla sospension­e. E qui, sostengono i relatori, che si nasconde il diritto di intervenir­e sul libero diritto alla comunicazi­one dei cittadini. È una interpreta­zione, però, che divide il Congresso. Secondo il relatore della legge alla Camera, Alessandro Molon, non c’è alcun bisogno di intervenir­e sul Marco Civil. Quei paragrafi con le multe, sostiene, si riferiscon­o alla privacy e ai sistemi di raccolta e trattament­o dei dati. Niente a che vedere con WhatsApp, la cui sospension­e “estrapola la razionalit­à e porta un carattere punitivo che non è previsto dalla legge”. La preoccupaz­ione dei favorevoli alla legge quadro, ora, è che con il cambio di governo si voglia intervenir­e più a fondo sulle conquiste precedenti. Un altro tema caldo per esempio è la richiesta delle telecom di creare franchigie di dati nei pacchetti di connession­e, che ora sono in genere illimitati. Il tema è al vaglio dell’authority sulle telecomuni­cazioni.

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