Corriere della Sera - Sette

Il più grande scrittore americano è Faulkner?

Piaceri&Saperi / Harold Bloom dice che nessuno ha raggiunto una maestria superiore a quella dell’autore in e in

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Harold Bloom ha scelto gli scrittori americani superiori e li ha divisi per coppie ( forse per poterli spiegare meglio, per provocare un cortocircu­ito, o perché non c’è mai una strada sola che porta alla letteratur­a maestra). Una delle coppie di Bloom è formata da Mark Twain e Roberto Frost. I due, e il professore lo sa bene, non hanno quasi niente in comune se non il fatto di essere stati molto popolari presso il pubblico più grande. Frost è stato il poeta nazionale americano. Il vecchio Bloom racconta che ancora oggi, mentre zoppica qua è là con il suo bastone, gli vengono alla mente alcuni versi e li recita a memoria. All’inizio non ricorda di quali versi si tratti. Poi scopre che è invariabil­mente una poesia del poeta nazionale ( po’ come se cantasse l’inno). Frost mette a disagio Bloom per tanti motivi. Uno è che « Frost sa essere crudele, ambiguo verso le donne e assolutame­nte morboso, ma un grande poeta può permetters­i questo e altro » . Anche Mark Twain è uno scrittore nazionale ( come Hugo e Balzac per i francesi, Goethe per i tedeschi, Manzoni per gli italiani, Dickens per gli inglesi). Eccelle nella parodia alla Swift e, in questa specialità, è più crudele del suo discendent­e Philip Roth. Avventure di Huckleberr­y Finn è, secondo Bloom, un libro del calibro della Lettera scarlatta, Moby Dick

IN 25 PAROLE

e Foglie d’erba. Ma Twain ha scritto anche vere schifezze, come Un americano alla corte di re Artù. L’altra coppia raccontata da Bloom è fatta da due poeti. Il primo è Wallace Stevens. Scrive Bloom: « Stevens è, dopo Shakespear­e, il poeta di cui ho scritto e parlato più spesso » . Lo ha anche conosciuto di persona. Bloom aveva 19 anni e Stevens teneva un reading a Yale. Si fecero un drink assieme e chiacchier­arono per una ventina di minuti. Stevens gli citò i versi di Shelley: « gli uomini poco sanno quanto sia bello il fuoco » . L’altro poeta della coppia è Eliot. Scrive Bloom: « Stevens ed Eliot sono i principali poeti americani dopo Whitman e la Dickinson » . Stevens aveva un atteggiame­nto agonistico nei confronti di Eliot, lo ebbe tutta la vita e influenzò il suo modo di scrivere. Pensava che le sue poesie non avessero avuto il successo che meritavano a causa del clamore suscitato da La terra desolata di Eliot. Bloom a un certo punto decretò la sua preferenza per Stevens, dichiarò di considerar­lo superiore a Eliot ( creando scandalo in qualche collega). Peccato che non abbia potuto mettere al corrente Stevens di questa sua predilezio­ne ( a 19 anni, quando lo incontrò, non gli era ancora chiaro). Peccato davvero, Stevens, messo a dura prova dalla rivalità con Eliot, ne avrebbe tratto sicurament­e conforto. Eliot non fece mai commenti sulla poesia di Harold Bloom (1930) ha scritto più di quaranta opere tra cui, fondamenta­li,

e Nell’altra pagina, lo scrittore Alberto Ongaro.

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Il canonizzat­ore
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