Corriere della Sera - Sette

Un Brahms per cultori

- Andrea Milanesi

IIncontro tra titani. Quello tra il grande zar russo dell’archetto David Oistrakh e i maestri della tastiera Sviatoslav Richter e Frida Bauer, e di tutti loro con alcune tra le pagine più ispirate e amate della storia della musica da camera: le tre Sonate per violino e pianoforte di Johannes Brahms. Un disco cult raccoglie alcune registrazi­oni realizzate dal vivo a Praga e Mosca nel corso di sei anni, tra il 1966 e il 1972, recuperate dagli archivi della Radio Ceca e pubblicate dall’etichetta Praga Digitals; la trilogia viene completata dallo Scherzo che faceva parte della cosiddetta Sonata F-A-E, composta in movimenti separati da Brahms, Dietrich e Schumann per il loro comune amico Joseph Joachim. Musiche dense e complesse, che svelano il tormento, l’enfasi creativa e la statura di gigante del loro autore, ma che richiedono altrettant­a personalit­à – umana, oltre che tecnica e artistica – da parte degli interpreti; capacità di leggere tra le righe ( e i righi) del pentagramm­a, per portare alle luce quanto di non scritto si cela in queste splendide partiture. Capolavori assoluti che Oistrakh risolve con la bellezza del suo suono e la nobile naturalezz­a del suo fraseggio, cogliendo il pieno valore di ogni singola nota, con sorprenden­te chiarezza e fluidità, anche nei passaggi più impervi; con ampie arcate negli episodi più poetici, che si tramutano in affilate rasoiate, a volte veri e propri fendenti, quando il pentagramm­a si tinge di tinte fosche e drammatich­e. Rivelando quel piacere di “far musica insieme” che qui, in alcuni momenti, raggiunge i vertici della pura accademia.

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David Oistrakh

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