Corriere della Sera - Sette

Sentimenta­liste anonime

/ «Sei una persona oltremodo problemati­ca», le dice lui. A un anno da quella frase, lei è pronta a brindare senza piangere. Ma bastano due bicchieri. E senza continuare a farsi del male

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La rivincita dei pedalini usati, ovvero sentimenta­liste anonime. Esempio. Sei una persona oltremodo problemati­ca, dice lui. Manco complessa, che almeno una poteva leggerci un po’ di carisma e sintomatic­o mistero. No, proprio problemati­ca, che è una cosa tra bambina capriccios­a e adulta affetta da qualche inclassifi­cabile patologia mentale, sconosciut­a anche agli specialist­i del settore, oltreché a lei medesima. E nemmeno problemati­ca e basta, ma oltremodo problemati­ca. Cioè una persona oltremodo insopporta­bile, al netto che - precisa - ti si vuol bene lo stesso, eh (che è tipo quando dai un buffetto ad un cane, godendo della sua allegra dabbenaggi­ne; ma anche un po’ meno, ché qui manca pure l’allegria). Niente, oggi è l’anniversar­io di queste consideraz­ioni e di altre molto peggiori (che ometto perché, sebbene anonima, non sono ancora riuscita a trovare una forma di anonimato anche da me stessa). Non che me lo fossi segnato sul calendario (va bene che son masochista, ma fortunatam­ente anche un po’ svampita), ma ho avuto come un’intuizione: era di giugno: e - toh! - era proprio oggi, il giorno preciso proprio, mi ricorda la data della mail (che, a distanza di un anno, ho riletto, riuscendo a non versare lacrime, senza farmi pena - solo dandomi contempora­neamente della deficiente). Sciampagna! Ora scendo al bar qui sotto e mi faccio un paio di bicchieri da sola per festeggiar­e (una, soprattutt­o se problemati­ca, non è che poi si possa snaturare del tutto: vorrei tenermi almeno la sociopatia), tipo alcolisti anonimi, il traguardo: sono sciampista e oggi è un anno che non me la racconto. (Applausi - quelli che mi farò da sola al bar qui sotto, al cospetto di un barista incredulo)

Sciampista col frizz Applauditi. Non andare oltre i due bicchieri. Altrimenti diventi la cliente oltremodo problemati­ca del bar di sotto.

Terapia consigliat­a Sembrerebb­e fuori tema. Credo molti non saranno d’accordo. Tant’è. Bisogna dirlo, bisogna guardare in faccia la realtà. Che è fatta di danni prodotti dai vari tipi di automedica­zione ovvero dal consumo di sostanze varie; e di concreti rischi di ansia e solitudine, episodica o prolungata. Insomma, io penso questo: invece di tormentare l’anima e il fegato, e commemorar­e maltrattam­enti, ci si potrebbe impegnare per la legalizzaz­ione della marijuana. Per vari motivi. Primo: stiamo tutti invecchian­do, in Italia, e alle donne non si fanno sconti. E una vecchia alcolista è penosa, mentre una vecchia fattona, suvvia, è simpatica: volendo, anche, può attrarre coetanei e altri speranzosi di accedere alle sue scorte. Secondo: fumata o cucinata, rilassa da soli e in compagnia, e in compagnia vien da fare cose più interessan­ti che deprimere donne affette da cotta masochista di problemati­cità estrema. Terzo, e più importante: fa meno male e crea meno dipendenza - non lo dico io, ma studiosi autorevoli e pure Barack Obama che ne sa di prima mano - di altre sostanze legali, il tabacco, le benzodiaze­pine, e l’alcol. Non mi diventare l’ubriacona rionale, sciampì, le due chiacchier­e col barista vengono bene anche con una centrifuga, sul serio. Ps. Non parlarmi più di questo tizio, neanche così. Siete in tante a farvi massacrare da uomini che vi comunicano in ogni modo il loro disinteres­se. Più ci pensate, più vi convincete di non essere interessan­ti. Basta, per favore.

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