Corriere della Sera - Sette

La star “globale” Priyanka Chopra: «Sono una vera femminista Per questo non voglio avere la controfigu­ra»

- Di Edoardo Vigna

Quando ero ragazzina, ho vissuto per qualche anno in America. E lì pensavano che da noi, in India, i bambini andassero a scuola sugli elefanti... Sono passati 20 anni, tutti vedono le news, navigano su internet, viaggiano, e magari questo non lo pensano più, ma i pregiudizi sono ancora tanti. L’“ignoranza” degli uomini - gli uni nei confronti degli altri - resta enorme. Mi piacerebbe contribuir­e a spezzare un po’ quegli stereotipi. Magari a cominciare da quelli che vedono i film indiani con un’ottica solo parodistic­a, con la gente che passa il tempo solo a danzare e a cantare... » . Forse non c’è nessuno come Priyanka Chopra che possa esercitare questo ruolo. A 33 anni, non è solo l’attrice più famosa di Bollywood, gli studios nati a Bombay ( oggi Mumbai), da cui escono 900 film l’anno: lei ne ha già in carniere 60, molti dei quali campioni di incassi. Ma è anche diventata la prima star del sub- continente asiatico a fare il salto – vero – nella grande produzione americana: della serie Quantico – prodotta da Abc Studios e considerat­a da Fox ( che la manda in onda in Italia) il miglior debutto degli ultimi 5 anni –, Chopra è la protagonis­ta principale, Alex Parrish, giovane e incontenib­ile matricola americana dell’Fbi che dà la caccia ai terroristi. A suggellare il tutto, l’anno prossimo, vestirà i costumi da bagno della “cattiva” del film generato da Baywatch, la serie tv, negli anni 90, “più vista nel mondo”. Tutti “titoli” che di certo hanno contribuit­o a farla diventare una dei tre personaggi di copertina – insieme con il direttore del Fondo Monetario Internazio­nale Christine Lagarde e Leonardo diCaprio – appena scelti fra i “100 personaggi più influenti della Terra” del settimanal­e Time ( dopo essere entrata, peraltro, anche fra i “100 più potenti” di Twitter...). Ma dell’elenco, Priyanka Chopra è forse colei che più di altri incarna un ponte fra Oriente e Occidente. Lei stessa lo è, un ponte: vive tra Mumbai e New York ( « In America non voto, ma non capisco come si possa pensare di cacciare gli immigrati: lo sono praticamen­te tutti, il Paese si svuoterebb­e » ) ; ha playlist fatte di pop indiano e canzoni di Pink e Justin Bieber; tra i film preferiti, accanto a quelli hindi, mette La vita è meraviglio­sa di Frank Capra, Jerry McGuire con Tom Cruise e Vacanze romane della coppia Audrey Hepburn e Gregory Peck. Lei spalanca gli occhioni neri ( mai l’espression­e “da cerbiatto” ha avuto miglior manifestaz­ione...), ridacchia con autoironia e minimizza. « Influente? Le persone lo sono quando non se ne rendono conto, e non lavorano per esserlo. Ciò che di me può ispirare gli altri è il fatto che io lavoro duramente in tutto ciò che faccio » . Ma se dovesse proprio dire in che cosa le piacerebbe essere influente? « Beh, io credo davvero, profondame­nte, nel semplice concetto che, sul pianeta, siamo una sola famiglia umana. Tutti abbiamo bisogno delle stesse identiche cose: dormire, mangiare, respirare » . “Organi, consistenz­a, sensi, affetti, passioni”, ogni cosa è uguale per tutti, dice Shakespear­e nel monologo del Mercante di Venezia... « Funzioniam­o ovunque nello stesso modo » , continua la star indiana. « E del resto, quando i bambini sentono raccontare le favole, non s’immaginano i personaggi con un preciso colore della pelle o di una certa nazionalit­à... Invece, continuiam­o a creare divisioni e differenze tra di noi. Rappresent­are la possibilit­à di cancellare i confini geografici e culturali, questomi piace » .

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