Anticomunista,
Come insofferente alle limitazioni. In nome dello sberleffo, lavorò per
In alto, il personaggio Cocco Bill, tra i più conosciuti usciti dal bagaglio creativo di Jacovitti. Il disegnatore lavorava direttamente con il pennino, senza l’utilizzo di tracce preliminari a matita.
Per visitare la Casa museo Benito Jacovitti bisogna recarsi nei pressi di largo Benito Jacovitti. Il fondatore e curatore, Edgardo Colabelli, ha fatto il possibile perché il museo avesse sede proprio nel luogo di Roma intitolato a Jac, ma i tentativi di acquistare un appartamento in largo Jacovitti non sono andati a buon fine. Così Colabelli ha ripiegato sulla vicina via Roberto Raviola, producendo un corto circuito fumettistico niente male: Roberto Raviola è infatti il vero nome di Magnus, che a sua volta si colloca nell’empireo degli autori di fumetti. Del resto, Colabelli aveva deciso fin dal principio che il museo, che ospita l’immensa quantità di materiali jacovitteschi raccolti da Colabelli medesimo in circa quarant’anni di attività collezionistica ( riviste, libri, varie versioni illustrate del Pinocchio di Collodi, carte da gioco, poster, pupazzi, insegne di gelati), dovesse sorgere nel comprensorio Torrino- Mezzocammino, uno dei quartieri nati negli anni Novanta lungo la via Cristoforo Colombo, dopo l’Eur e ormai in prossimità di Ostia: ampie lame d’asfalto perpendicolari, intervallate da rotonde e costellate da palazzine alte al massimo cinque piani, linde e impersonali. A riscattare Torrino- Mezzocammino dall’anonimato è appunto il fatto che le sue strade sono dedicate a fumettisti. La zona di Roma in cui Benito Jacovitti ha trascorso
Sconfinava nel grottesco, nella libertà ideologica. Diceva di sé: « Sono un estremista di centro »