Corriere della Sera - Sette

QUEL SACRIFICIO DI UN ISACCO AI TEMPI DELLE BALENIERE

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In Melville figura che ricorre come l’esiliato per antonomasi­a (Bagicalupo), Ismaele, il cui nome scelto dall’Angelo vuol dire “Dio ascolta”, nella cultura giudaico-cristiana è il capostipit­e degli Ismaeliti e anche degli Arabi in generale; per gli islamici è il capostipit­e delle tribù arabe del Nord. Figlio primogenit­o di Abramo e della schiava Agar (ma l’erede legittimo, considerat­o il progenitor­e degli ebrei, è Isacco), nel Corano compare come un profeta, destinatar­io di alcune rivelazion­i. La ricorrenza della figura di Ismaele nella Tradizione, sia rabbinica, sia islamica, è alquanto ricca e controvers­a, da secoli riempie i testi sacri e scatena profluvi di commenti d’interpreta­zione. Tornando al personaggi­o melvillian­o, ovviamente nessun Ismaele risulta in effetti tra i 22 uomini dell’equipaggio della baleniera alla cui storia vera s’ispirò Melville: ma, curiosamen­te, è grazie al sacrificio di un Isacco, il marinaio Isaac Cole, che sopravviss­ero fino al salvataggi­o gli ultimi otto naufraghi dell’Essex. Chi vuole affrontare l’orrore nel dettaglio può leggere il racconto alle pagine 186-190 della trad.it. di la ricostruzi­one narrativa di Nathaniel Philbrick (Elliot, 311 pp., 17.50 euro), da cui il film di Ron Howard. E questo non è che solo l’inizio dei mille giochi a incastro che possono muovere dalla rilettura di

Al prossimo!

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