Le lotte sotto il tappeto di Mosca
/ Diversi i potenti arrestati, ma non tutti sono nemici di Putin. Segno che al Cremlino è in atto uno scontro di potere. Forse a vantaggio di Igor il petroliere
Winston Churchill sosteneva che le lotte di potere interne al Cremlino fossero come battaglie tra bulldog sotto un tappeto: senti ringhiarema « solo quando vedi volare fuori le ossa diventa chiaro chi ha vinto » . L’Unione Sovietica è crollata, il mondo comunista è finitoma le guerre nel cuore del potere di Mosca hanno mantenuto le stesse caratteristiche. Una sembra essere pienamente in corso di questi tempi – indicano gli osservatori di cose russe. Già: l’idea che Vladimir Putin controlli tutto e tutti, che la sua presa sul Paese non abbia sfidanti, che il crollo dell’economia sia senza conseguenze politiche è un racconto che piace al presidente russo ma non rispecchia pienamente la realtà. Putin ha costruito un sistema di potere che tiene assieme il controllo degli apparati dello Stato e dei business che contano. È in questo intreccio che le pressioni si stanno accumulando e le fratture tra gruppi di potere si allargano. Con esiti che potrebbero favorire il presidente oppure indebolire la sua presa sul potere. Recessione prolungata, sanzioni dell’Occidente, elezioni per il Parlamento a settembre, impegno militare in Ucraina e in Siria hanno effetti destabilizzanti sugli equilibri interni al Cremlino. In luglio, il servizio di sicurezza Fsb Fra gli incarcerati, anche il “falco” Alexander Bastrykin, numero uno del Comitato investigativo russo, che ha il potere di indagare i potenti: sarebbe stato critico con Putin, ma c’è chi sostiene che lo Zar non sapesse del suo arresto. ( successore del Kgb) ha arrestato numerosi membri moscoviti del Comitato investigativo, che ha il potere di indagare personaggi potenti. Sono accusati di corruzione. Si ritiene che sotto al tappeto si sia voluto colpire il numero uno del Comitato, Alexander Bastrykin, un falco che di recente è stato critico con Putin, con i servizi segreti, con l’esercito. Si sospetta però che all’uomo forte del Cremlino non sia stata chiesta l’autorizzazione agli arresti ma che l’Fsb si sia limitato a informarlo.
POSIZIONI NEVRALGICHE Pochi giorni dopo, l’Fsb ha messo sotto accusa anche Andrei Belyaninov, un amico di Putin, capo delle dogane: è il funzionario più alto in grado finora caduto vittima della campagna anticorruzione. E una serie di purghe è in corso da tempo. La società americana di intelligence Stratfor avanza l’ipotesi che l’attivismo dell’Fsb sia a vantaggio di Igor Sechin, capo del gruppo petrolifero Rosneft, vicino al servizio di sicurezza, probabilmente l’uomo più potente di Russia dopo il presidente: negli ultimi tempi ha avuto scontri con Putin sul ruolo della Rosneft e starebbe cercando di conquistare posizioni nevralgiche. Putin rimane centrale e potente. Ma sotto i tappeti del Cremlino sente i bulldog ringhiare.
@ danilotaino