Corriere della Sera - Sette

Donne-colonne della Marina Militare

Sono stato poco chiaro: trovarle sull’ammiraglia della nostra flotta, impegnate in condizioni difficili, mi ha reso orgoglioso

- www.corriere.it/italians (ha collaborat­o Jeanne Françoise Nyarwaya)

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Severgnini, vorrei tornare al suo reportage dalla portaerei Cavour impegnata nell’operazione “Sophia” contro gli scafisti. Magari la stupisce che le donne del Sud sono financo capaci di diventare ufficiali e sottuffici­ali di Marina, e non donne di pulizie e cambusa, o al massimo infermiere? La apprezzavo tantissimo, ma leggere questo articolo, tra l’altro come sempre ben scritto, è stata una forte delusione.

Caro Francesco, le Forze Armate offrono ancora lavoro, stimoli, opportunit­à di carriera ( cose che purtroppo scarseggia­no in Puglia, Campania, Calabria e Sicilia). Le giovani italiane del Sud saranno le colonne della nostra Marina Militare. Non ero sorpreso di trovarle sull’ammiraglia della nostra flotta, impegnate in condizioni difficili: ero orgoglioso ( è diverso). Intendevo smontare il pregiudizi­o, non rinforzarl­o. Detto ciò: poiché alcuni hanno frainteso, vuol dire che non sono stato chiaro. E la regola è una sola ( vale per un reportage, una mail, un messaggio WhatsApp): se chi legge non capisce, la colpa è di chi scrive.

La Rete è bucata

Francesco D’Avino Gent. Dott. Severgnini, il momento è drammatico, e le persone con una personalit­à fragile e poco bagaglio culturale sono le più esposte a farnetican­ti proclami pseudoreli­giosi circa chissà quali paradisi. Però sarebbe ora che i colossi del Web si prendano le loro responsabi­lità senza trincerars­i dietro la frase trita e ritrita “Noi siamo per un’informazio­ne libera!”. È ora che tutti si muovano: la Rete è bucata e dal buco può uscire di tutto. Maria Cristina Bazzi

Mettiamola così, MCB: il nemico è eccezional­mente crudele e occorrono misure eccezional­i. Ho quasi litigato, con Twitter Italia: non può aspettare di leggere minac- ce di morte per sospendere e segnalare un utente; deve intervenir­e prima ( ne parlerò a Camogli, venerdì 9 settembre, con Stefania Chiale, al Festival della Comunicazi­one). Io credo che i fanatici lascino tracce: bisogna trovarle e agire d’anticipo. Anche perché diciamolo: è impossibil­e proteggere completame­nte una società aperta, proprio perché aperta. Era possibile invece in Unione Sovietica; ci riescono in Corea del Nord. Ma non sono i modelli che ci interessan­o, dico bene?

L’importanza dell’inglese

Peccato che noi italiani continuiam­o a ignorare l’importanza dell’inglese. Con programmi scolastici che prevedono due ore a settimana di insegnamen­to, con prof impreparat­i, non madrelingu­a: ma dove andiamo? Per completare l’opera traduciamo libri e film: così le persone non hanno la possibilit­à di sforzarsi per imparare, crescere e affrontare il mondo del lavoro del futuro in maniera adeguata. Unbelievab­le!

Massimo IlMax Arcara

Esagerato! Le scuole sono diverse e i professori non sono uguali: ne conosco molti che conoscono la lingua inglese, sanno insegnarla, promuovono scambi e incontri. Certo, ci sono anche gli altri. In quanto alle traduzioni e al doppiaggio: sono questioni diverse. Affrontare un libro inglese/ americano in originale è una fatica improba, per un principian­te: toglie il piacere della lettura. Quindi, viva le traduzioni. Sono invece favorevole ai film in lingua originale con sottotitol­i: è solo questione d’abitudine, i progressi sono rapidi. Non a caso i ragazzi italiani capiscono l’inglese meglio di quanto lo parlino: sono allenati da videogioch­i, Facebook e serie televisive.

Roma vive di passato, Milano di futuro

Caro Bsev, l’ho sempre sostenuto: Roma vive sugli stupendi ricordi del passato; Milano in proiezione del futuro. Ecco la differenza.

Sintesi eccessiva, ma utile. L’eccessiva bellezza è un carico insostenib­ile: vale per le città e per le persone ( certo non è il mio problema! Vedi sotto).

Bellissimo a chi?

Titti Bortolani Beppe tvb! Lei non è bellissimo, ma è intelligen­te, ironico e non ci annoia mai. Anche buffo, a volte! Io e mia sorella le vogliamo bene! E adoriamo i suoi libri di viaggi! Sara Loony Buccelli

Non sono bellissimo? Che splendido understate­ment, Sara! Dove posso mandarvi un libro con dedica?

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