Quando il politicamente corretto è acritico
C’è chi pretende di lottare contemporaneamente contro l’islamofobia e contro l’omofobia. Con risultati tragicomici
Contraddizioni in seno al popolo del politicamente corretto. Alcuni pretendono di lottare contemporaneamente contro l’islamofobia e contro l’omofobia. Con risultati tragicomici. È infatti noto che i Paesi islamici, tutti, sono molto più omofobi di qualunque Paese occidentale. Se alcuni non colgono la contraddizione, è solo perché l’ideologia del politicamente corretto toglie senso critico a chi la sposa. Certamente, gli adepti del politicamente corretto non sono i soli conformisti in circolazione. Diciamo pure che è il conformismo ( di cui l’ideologia del politicamente corretto è solo una variante), è la vocazione a entrare in un gregge da cui sentirsi protetti, a rendere le persone acritiche e talvolta anche ottuse. Il politicamente corretto è però una forma di conformismo che merita una particolare attenzione a causa del suo successo e del suo predominio nei mezzi di comunicazione. È cominciata in Italia, e anche in altri Paesi europei, una battaglia ( speriamo non di retroguardia) per bloccare sul nascere il tentativo di introdurre la poligamia nei nostri ordinamenti. Ancora una volta, bisognerà scegliere: tenere fermo il principio dell’uguaglianza uomo/ donna ( sulla cui base vietiamo la poligamia) e mandare ( gentilmente) a farsi friggere quei musulmani che cercheranno di far valere qui da noi i matrimoni plurimi contratti in altri Paesi, rischiando così di passare per islamofobi, oppure arrendersi, alzare le braccia di fronte all’inesorabile avanzata della società multiculturale? La battaglia è solo all’inizio. Ne riparleremo fra qualche anno quando, in un qualche tribunale ( di provincia, probabilmente) una sentenza darà ragione a un poligamo. Idem per quanto riguarda la più generale applicazione della sharia, la legge islamica. È molto probabile che, clandestinamente, la legge islamica sia già in uso nelle “società parallele” ( a Bruxelles e in tanti altri luoghi, anche in Italia) nate grazie all’insipienza degli europei. Che cosa accadrà quando quelle società parallele verranno allo scoperto rivendicando copertura e riconoscimenti legali per le loro pratiche? Le aberrazioni del politicamente corretto sono tante. Non ci sono solo le contorsioni e le confusioni intellettuali di fronte alle novità multiculturali. C’è anche una pericolosa perdita dei freni inibitori che impedisce di vedere quanto siano immorali certe proposte. Davvero si vuole che l’omicidio di una donna debba comportare un aggravante? Significherebbe stabilire per legge che uccidere una donna sia più grave che uccidere un altro essere umano. La vita di un bambino o di un vecchio, o anche di un uomo maturo, vale di meno? È mai possibile che soltanto pochi considerino inaccettabili simili ragionamenti? C’è il pensiero politicamente corretto e c’è il pensiero critico. Non hanno rapporti fra loro.