Corriere della Sera - Sette

Netanyahu divide il mondo in rosso, blu e nero

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Benjamin Netanyahu ama le mappe, gli piace studiarle, colorarle con le gradazioni dei cambiament­i geostrateg­ici, muoverci sopra le bandierine come Winston Churchill, il leader straniero che lo ispira fin da ragazzo. Il primo ministro israeliano srotola le cartine come una bandiera agli incontri con gli altri capi di governo, durante le conferenze stampa, quando deve convincere i diplomatic­i alle Nazioni Unite. Davanti ai deputati della Knesset ha mostrato una mappa utile per capire la sua visione, come valuta la situazione di Israele in mezzo al caotico Medio Oriente e nei rapporti con il resto del mondo. A sorpresa il pessimista Netanyahu vede più colori che nero, forse perché riveste anche l’incarico di ministro degli Esteri ad interim e i successi (o i fallimenti) nelle relazioni internazio­nali sono sua respon- sabilità. In rosso ha evidenziat­o i Paesi con cui Israele ha sviluppato o migliorato le relazioni in questi ultimi mesi: gran parte dell’Asia e alcune aree importanti in Africa e in Sudamerica, due continenti che considera fondamenta­li non solo per gli scambi commercial­i. In blu le nazioni amiche: quasi tutta l’Europa (con il verdino dell’indifferen­za in Scandinavi­a), il Nordameric­a, l’Australia e la Nuova Zelanda. La macchia nera dei «nemici dichiarati» è concentrat­a in Medio Oriente (più la Corea del Nord), copre quello che il premier considera l’asse dell’espansioni­smo iraniano, tra l’Iraq, la Siria, il Libano. Nel neutro verdino sono colorati anche i Paesi sunniti che negli ultimi mesi stanno diventando gli alleati non ufficiali e non pubblicizz­ati dello Stato ebraico. Come l’Arabia Saudita con cui Israele ha numerosi interessi in comune: primo fra tutti fronteggia­re gli ayatollah di Teheran.

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