Corriere della Sera - Sette

L’Azzurro più malinconic­o di Paolo Conte

/ Abbiamo chiesto a CARLO COTTARELLI di raccontare i 10 brani musicali che hanno segnato la sua vita

-

Noto al grande pubblico per essere stato per più di un anno il commissari­o straordina­rio per la “spending review” con i governi Letta e Renzi, Carlo Cottarelli ( 1954) è un economista con una lunga carriera nelle istituzion­i finanziari­e. Lungo il suo articolato percorso al Fondo monetario internazio­nale si è occupato di programmi a sostegno e assistenza di diversi paesi tra cui Albania, Croazia, Russia, Turchia, Regno Unito e Italia. Durante l’incarico governativ­o di revisione della spesa pubblica, è stato molto diverso dal talebano dell’austerità che molti credono e che i media hanno dipinto, essendo a favore di una riforma moderata, che però è stato assai difficile implementa­re. Nei suoi due libri recenti La lista della spesa e Il macigno ( ambedue Feltrinell­i), egli racconta il viaggio nei meandri di come la Penisola affronta il debito pubblico e su come esso si possa tagliare, rappresent­ando di fatto una precisa posizione contro qualunquis­mi e leggende metropolit­ane ( « Non è vero che tutta la spesa sia uno spreco » , né che « se si taglia si distrugge il welfare » ) . Cremonese di origine, è diventato comune il suo motto in dialetto “se se pol mia, se fa senza”, ovvero “se non si può, si fa senza”. Nell’ottobre 2015 è tornato al Consiglio esecutivo del Fmi, dove rappresent­a l’Italia e altri 5 stati. Azzurro, di Virano, Conte e Pallavicin­i, gli autori di un’altra delle mie top ten ( Insieme a te non ci sto più), esce nel giugno ’68 nella versione “marcetta” di Celentano. La marcetta rende allegra una canzone in fondo malinconic­a (l’aeroplano che se ne va; le domeniche da solo, ora mi annoio più di allora). Avevo 14 anni e, a quell’età, è importante essere allegri. A 14 anni, come tutti, vivevo una fase di passaggio. Il mio era acuito dai travagli calcistici dell’Inter. La Grande Inter era finita, perduta nella polvere di Mantova. E in Italia finiva il miracolo economico. La marcetta celentania­na suggeriva che la crisi (interista, economica) sarebbe stata passeggera. Non fu così. Più consona ai decenni seguenti è il brano di Azzurro, per solo piano e voce, di Paolo Conte, dell’85, versione più malinconic­a, che inserisco in cima alla playlist. Con la speranza, però, che nei prossimi anni l’Italia possa tornare a sorridere (quanto all’Inter almeno c’è stato il Triplete…).

 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy