Corriere della Sera - Sette

Collezione

Collaborat­ore resta con la ricchissim­a Li ha custoditi finora per vederli tornare a nuova vita (a Roma)

- Testo e foto di Daniela Cavini

ono stati sepolti nel 1979 in uno scantinato di Teheran. E da allora mai più visti. « Questi quadri sono come figli per me, ho speso la vita a custodirli. Da 40 anni si trovano al sicuro, ma è tempo che mi abitui all’idea di vederli partire » . Firooz Shahbazi Moghaddam, 65 anni, è il guardiano di un gioiello stimato fra i 3 e i 5 miliardi di dollari: la più importante collezione di arte moderna occidental­e fuori dall’Occidente. Una raccolta leggendari­a, fatta di decine di capolavori di Picasso e Pollock, Warhol e Rothko, ma anche Van Gogh, Monet, Miró, Gauguin, Magritte, Pissarro, Munch. Un patrimonio perfettame­nte conservato, che ha attraversa­to gli anni e i paradossi iraniani nelle viscere del Museo di Arte Contempora­nea di Teheran. E che oggi si prepara ad affrontare per la prima volta il ritorno in Occidente: un accordo con le autorità prevede che una selezione di 60 opere – 30 straniere e 30 iraniane – sia esposta in Germania ( a Berlino) e poi in Italia ( al Maxxi di Roma) a partire dal prossimo autunno. « Alcuni quadri erano già usciti dal Paese » , spiega Shahbazi, « un Pollock è stato prestato al Giappone, un Picasso a Basilea » . Ma questa sarà la prima trasferta estera della collezione, assemblata a Teheran da Farah Diba negli anni 70, e da allora scomparsa per l’Occidente. Passo indietro. È il 1973: l’improvviso aumento del greggio da 3 a 12 dollari al barile, getta l’economia mondiale in una crisi profonda, e riempie d’oro le casse dello Stato iraniano. Mentre lo Scià Mohammed Reza Pahlavi si lancia in una faraonica opera di modernizza­zione del paese, l’imperatric­e approfitta dello stato al ribasso del mercato dell’arte internazio­nale, per promuovere una campagna di acquisti a buon prezzo: Teheran avrà un Museo di Arte Contempora­nea degno di una grande capitale moderna. La costruzion­e dell’edificio viene

SL’ultimo Scià di Persia Mohammed Reza Pahlavi (1919-1980) con la moglie Farah Diba (che oggi ha quasi 78 anni) nel 1971. Nel tondo, il guardiano del museo di arte contempora­nea di Teheran, Firooz Shahbazi Moghaddam, che ha custodito la collezione. Al centro, dall’alto: un’opera esposta in una delle gallerie d’arte della capitale iraniana; al centro una delle mostre ospitate alla Casa degli artisti, ritratta in basso.

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