Ascesa e caduta del manager osannato da Obama
Dura la vita del disinquinatore negli Usa, anche quando è animato dalle migliori intenzioni e segue logiche imprenditoriali, senza fughe in avanti velleitarie. Quella di David Crane è una favola triste ma istruttiva. Le centrali elettriche sono la maggiore fonte di emissione di gas serra d’America. Così, quando una decina d’anni fa Crane, l’amministratore delegato della Nrg, il più grosso produttore indipendente d’elettricità degli Stati Uniti, cominciò a investire nell’energia solare e nelle altre fonti rinnovabili fu salutato come un pioniere. Ma lui non era certo un visionario poco attento ai conti e allo sviluppo del business: ex capo dell’azienda elettrica di Londra, David, appena sbarcato negli Usa al vertice di Nrg, aveva acquistato varie compagnie, dalla Reliant Energy del Texas alla GenOn, ampliando di molto il giro d’affari (e i profitti) del suo gruppo, ma anche il suo contributo al “global warming”. Così, ben prima degli accordi internazionali siglati a Parigi un anno fa, Crane si impegnò a dimezzare le emissioni di CO2 della Nrg entro il 2030. Non una vera fuga in avanti: accanto alle centrali solari ed eoliche, Crane ha continuato a puntare su quelle a gas e a carbone, cercando di renderle meno inquinanti come nel caso dell’impianto di El Segundo, nell’area urbana di Los Angeles. Una centrale modello dai costi molto elevati, ma sostenibili con una produzione elettrica a pieno regime. Ma la centrale di El Segundo ora viene attivata solo di notte perché quando splende il sole la città ottiene energia più a buon mercato dai produttori che hanno installato enormi distese di pannelli solari nel deserto. Problemi simili sono emersi per altri impianti. Anche Nrg (che ha sede finanziaria nel New Jersey) sta investendo molto nel solare con nuove centrali di prossima inaugurazione. Ma a tagliare il nastro non ci sarà Crane, licenziato sei mesi fa dal “board” della società da lui guidata per 13 anni: col crollo del prezzo del gas gli impianti di Nrg, soprattutto quelli a carbone “pulito”, sono diventati troppo costosi. Col conseguente crollo dei profitti e il valore dell’azione Nrg più che dimezzato in un anno. Così il manager osannato anche da Obama è stato messo alla porta.