Corriere della Sera - Sette

La lenta “riconquist­a”

/ Ripartiti i voli diretti con gli Usa, in realtà prezzi alti e vincoli limiterann­o il turismo

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La tanto attesa esplosione del turismo Usa a Cuba non avverrà da un giorno all’altro. Anzi. Gli operatori del settore ritengono che per arrivare ai numeri circolati dopo la storica pace tra Barack Obama e Raúl Castro ci vorranno parecchi anni. La scorsa settimana la JetBlue ha inaugurato i suoi voli tra Fort Lauderdale in Florida e Santa Clara, regione centrale di Cuba e prossima alle sue spiagge più belle. Secondo gli accordi tra i due Paesi, si potrà arrivare fino a venti voli quotidiani sulla capitale L’Avana e 25 in altre città dell’isola. Ma per adesso la legislazio­ne Usa e le limitazion­i dell’infrastrut­tura turistica a Cuba saranno freni alla domanda crescente, ritengono gli esperti. Il Congresso di Washington, per cominciare, non ha ancora tolto l’embargo che tuttora vieta ai cittadini americani di visitare l’ex acerrimo nemico comunista, con una lunga serie di eccezioni, come le visite familiari e gli scopi culturali e d’affari. Il che significa che sui voli della JetBlue saliranno soprattutt­o cubano-americani, oppure persone che dichiarano il loro interesse a visitare musei. A settembre dovrebbero iniziare altri voli tra la Florida e le province periferich­e di Cuba. I prezzi all’inizio saranno piuttosto alti, consideran­do la durata del volo, ma dovrebbero rapidament­e diminuire. I 3,5 milioni di turisti stranieri dell’ultimo anno, inoltre, hanno messo a dura prova le infrastrut­ture per turisti (hotel, ristoranti, trasporti), che sono al limite delle loro capacità. Considerat­e le lungaggini, la burocrazia e le limitazion­i per gli investimen­ti, ci vorrà parecchio tempo affinché i ventilati 2 o 3 milioni di turisti americani in più possano effettivam­ente venire ospitati.

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