Corriere della Sera - Sette

Parigi tra Rembrandt e i fasti del Grand Condé

Piaceri&Saperi / Al Museo Jacquemart-André opere del maestro olandese che dipingeva con la luce. A Chantilly il grande “rivale” del Re Sole

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sa avendo compreso la grandezza di quella visione inaspettat­a ( nella composizio­ne, l’altro pellegrino è caduto dalla sedia nell’oscurità). Le Repas des pèlerins d’Emmaüs ( che risente dell’influenza caravagges­ca mediata attraverso il pittore tedesco Elsheimer) è una delle tre opere di Rembrandt che il museo parigino Jacquemart- André ( tempio dell’arte antica creato dalla coppia di collezioni­sti nel loro hôtel particulie­r in Boulevard Haussmann) vanta nelle proprie raccolte. Questa c’introduce nella prima sala della mostra Rembrandt intime ( dal 16/ 09/ 2016 al 23/ 01/ 2017), che si è assicurata prestiti internazio­nali eccezional­i e il cui impianto si snoda lungo un asse cronologic­o, dagli esordi alla maturità. Tre anni prima di eseguire quella tela, vediamo un Rembrandt molto meno mistico, dipingere una scena storica ( non meglio identifica­ta ma comunque d’ispirazion­e biblica) che giunge qui dal Lakenhal Museum di Leida ( dove l’artista nacque nel 1606), dopo il restauro dell’anno scorso. La luce torna ad essere protagonis­ta in due altri dipinti di questa sezione, nella Parabola dell’uomo ricco ( che emerge da una montagna di contratti e soldi con l’aiuto di una candela) e in San Paolo allo scrittoio. Oltre al genere religioso, la maestria di Rembrandt si rivela

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Maestria

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