Corriere della Sera - Sette

Contro i “molestator­i digitali”

/ Sono coloro che ci martellano di e-mail pubblicita­rie. Io ho tentato e ritentato di disiscrive­rmi dalle Invano. Eppure l’Authority una via d’uscita la prevede

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C’ è un signore un po’ sovrabbond­ante, a capo di un’associazio­ne per i « diritti delle persone obese » , che sospira per essere stato costretto a denunciare una signora palermitan­a non meno sovrabbond­ante perché lo tempesta giorno dopo giorno, settimana dopo settimana, mese dopo mese di telefonate, email e lettere focose. Stalking adiposo. Fernando Botero, celeberrim­o per le sculture e i quadri dedicati a uomini e donne sovrappeso, avrebbe di che trarre ispirazion­e… Ci sono altre forme di stalking, però, non meno petulanti, fastidiose e ostinate. Quelle di chi, grazie all’invadenza di internet, vuole a tutti i costi venderti qualcosa. E non si rassegna davanti ad alcun rifiuto. Alcuna protesta. Alcuna rivendicaz­ione del diritto alla privacy. Mai capitato di aver comprato qualcosa da Leroy Merlin, l’azienda francese di “bricolage e fai- da- te, edilizia, giardinagg­io, decorazion­e e arredo bagno” che, arrivata in Italia nel ’ 96, ha oggi 47 punti vendita nella penisola » e si picca di « orientare le proprie scelte strategich­e sulla centralità della persona » ? A me sì. E non riesco più a liberarmi del ripetuto sversament­o nella mia posta di email pubblicita­rie. L’ultimo: « Spazio all’ordine e ai ricordi. Dopo le vacanze è il momento di ripartire: conserva al meglio i tuoi ricordi e riorganizz­a l’interno della tua casa con le nostre soluzioni » . E giù una lista di librerie, mensole, bacheche, lavagne… Direte: « Togliti dalla mailing- list » . Ecco il punto: magari! Ogni tentativo fatto fino ad oggi ( ed è qui il motivo di questa rubrica: la speranza di dare una mano ad altri malcapitat­i) è andato a vuoto. In Le aziende possono mandare posta promoziona­le anche senza il consenso dei clienti. Che però hanno un diritto ultimo a opporsi. Speriamo venga fatto rispettare. fondo alla home page si legge: « I tuoi dati personali sono trattati, anche con strumenti informatic­i, direttamen­te o con l’ausilio di soggetti terzi da Leroy Merlin Italia S. r. l., titolare del trattament­o dei dati pro tempore, per finalità di marketing, incluso l’invio di materiale pubblicita­rio e promoziona­le relativo ai propri servizi o prodotti… » E in coda, come prevede la legge, c’è la seguente postilla: « Per non ricevere più comunicazi­oni clicca qui » . Ma… Fatto. E poi rifatto. E poi rifatto e rifatto ancora. Per tre, quattro, cinque volte nell’arco di almeno due mesi. Tutto inutile. Il percorso porta a una pagina con scritto: « Sei sicuro di volerti disiscrive­re dalla newsletter? » Opzioni: « disiscrivi­mi » o « annulla » . Ok: « disiscrivi­mi » . La risposta automatica, se non volete più la pubblicità molesta e insistente, è strepitosa: « Sei stato disiscritt­o dalla newsletter con successo. Inizia lo shopping » . Testuale: « Inizia lo shopping » . Non vuoi più pubblicità? Ma dai, fatti un giro che qualcosa compri… Dopo di che possono passare alcuni giorni o un paio di settimane e tutto torna come prima: nuovo messaggio pubblicita­rio.

I NOMI DEI PECCATORI. Il punto è che il Garante per la Privacy, come ricordano alcuni siti delle associazio­ni consumator­i e come è scritto nel “Vademecum marketing e privacy 2015” pubblicato sul proprio sito web dalla stessa Autority, ha già chiarito benissimo, con domande e risposte, i limiti imposti dalla legge allo spam pubblicita­rio. Domanda: « È possibile inviare e- mail promoziona­li a persone già clienti anche senza consenso? » Risposta: « Non è necessario richiedere al proprio cliente un apposito consenso per inviargli ulteriori messaggi promoziona­li, via posta elettronic­a, su beni o servizi analoghi a quelli già acquistati ( il cosiddetto soft spam). Naturalmen­te, il cliente ha sempre il diritto di opporsi a tale attività promoziona­le » . Che « deve » cessare all’istante. Di più, dice la legge: « L’interessat­o ha diritto di ottenere (…) la cancellazi­one, la trasformaz­ione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione di legge… » Sia chiaro: l’invadenza non riguarda solo la multinazio­nale francese. I “molestator­i digitali”, come li chiama Beppe Severgnini, sono tantissimi. Per questo, oltre al peccato, è bene iniziare a fare il nome di qualche peccatore…

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Diritti da far rispettare

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