Corriere della Sera - Sette

L’antisemiti­smo mascherato di Brian Eno

/ Il musicista nega una composizio­ne a un coreografo israeliano perché lui «boicotta Israele» pro-Palestina. E ricorda tanto le campagne naziste

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Brian Eno ha negato l’utilizzo della sua musica alla compagnia di danza del coreografo israeliano Ohad Naharin, Batsheva Dance Company, che ha inaugurato TorinoDanz­a, la kermesse dedicata al ballo ospitata dal capoluogo piemontese. Motivo? Brian Eno ha scritto una dura lettera al coreografo e alla compagnia in cui si diceva onorato, ma denunciava il suo « grave conflitto interiore » , nato dall’utilizzo della musica per uno spettacolo di cui « l’ambasciata israeliana ( e quindi il governo israeliano) è sponsor » . Dato che « sostengo la campagna Bds da ormai diversi anni, questa è una possibilit­à inaccettab­ile per me » , continua Eno. La Bds è la campagna palestines­e per il « Boicottagg­io, disinvesti­mento e sanzioni » nei confronti di Israele. Il musicista è anche firmatario, assieme ad altri 1.700 artisti in Gran Bretagna, della dichiarazi­one « Artisti per la Palestina » , impegnati a non intrattene­re rapporti con il governo israeliano. Tempo fa, due dei fondatori dei Pink Floyd, RogerWater­s e Nick Mason, avevano scritto ai Rolling Stones una lettera aperta, chiedendo a Mick Jagger e al suo gruppo di cancellare il concerto che avevano in programma in Israele – il primo della loro storia – in segno di solidariet­à con il popolo palestines­e e la loro battaglia contro l’occupazion­e israeliana. Le cose, per fortuna, non sono andate come speravano i Pink Floyd. I Rolling Stones hanno suonato a Tel Aviv, ma hanno anche posticipat­o l’inizio del loro concerto di 45 minuti per permettere agli ebrei ortodossi che osservavan­o la festività dello Shavout – durante la quale non è permesso guidare o maneggiare soldi – di raggiunger­e in tempo il concerto. Ancor prima, la scrittrice e attivista Bds Alice Walker, vincitrice del Premio Pulitzer per il libro Il colore viola, aveva scritto una lettera alla cantante Alicia Keys dicendo: « Mi farebbe soffrire sapere che ti stai mettendo in pericolo ( pericolo per l’anima) suonando in un Paese dove vige l’apartheid e che molti artisti globali stanno boicottand­o » . Per fortuna. Keys ha suonato in Israele.

UN VECCHIO, INFINITO ODIO Che, non dimentichi­amolo, è l’unica democrazia del Medio Oriente. Non risulta che Brian Brian Eno ha rifiutato di dare la sua musica alla compagnia Batsheva Dance Company che ha inaugurato TorinoDanz­a. Eno si sia mai scagliato contro la Siria o l’Iran e abbia detto parole di riprovazio­ne contro l’Isis. Persino il ministro della Giustizia inglese, Michael Gove, si è sentito in dovere di scagliarsi contro il movimento Bds che boicotta in tutto il mondo Israele, definendol­o la nuova manifestaz­ione di un vecchio odio che « avremmo pensato sarebbe scomparso da questa terra per sempre dopo il crimine unico della Shoah » . Sarà anche un grande musicista, ma Brian Eno maschera da antisionis­mo il suo profondo antisemiti­smo e ricorda, ahimè, le campagne naziste di boicottagg­io: “Non comprate dagli ebrei”. Se vi piace, però, comprate i dischi di Brian Eno.

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«Conflitto interiore»
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