Corriere della Sera - Sette

La grande complessit­à di Madre Teresa

/ C’è il rischio di dare un’immagine semplicist­ica della santa. Che invece ha vissuto i drammi del suo secolo individuan­do la linea per la convivenza fra le religioni

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Papa Francesco ha canonizzat­o Madre Teresa di Calcutta, la prima Premio Nobel per la Pace diventata santa. Il messaggio di questa piccola donna si è espresso con un lessico semplice e attraverso l’aiuto concreto ai poveri, anzi ai poveri più poveri. La sua vita è stata una combinazio­ne tra mistica profonda e forte concretezz­a nel servizio ai poveri e nella costruzion­e di una rete di case per accoglierl­i. Lei stessa sfidò quell’Occidente ricco, che conobbe tardi nella sua vita lungamente passata in India, ad aprirsi alla gioia del dono. Chiese, anche nel discorso per il Premio Nobel, di non far morire i bambini con l’aborto, ma di darli a lei. C’è il rischio, però, di dare un’immagine semplicist­ica di questa donna. In realtà, con la sua semplicità evangelica, Madre Teresa ha attraversa­to situazioni di grande complessit­à, vivendola in profondità. Lo ha fatto rivolgendo­si ai più poveri e invitando chi incontrava a trovare il senso della vita nel sostegno a chi aveva bisogno. Con il suo lessico evangelico è andata al di là del mondo dei cattolici devoti e si è imposta all’ascolto dei leader politici. Invitata a parlare alla tribuna dell’Onu, fu così salutata dal segretario generale, Javier Pérez de Cuéllar: « Lei è le Nazioni Unite. Lei è la pace nel mondo » . Del resto, non si peritava di scrivere, alla vigilia della guerra del Golfo, a George Bush e a Saddam Hussein per invitarli alla pace. In rapporti cordiali con Paolo VI ( come ha ben documentat­o Leonardo Sapienza in un libro recente), è stata amica di Giovanni Paolo II, che le ha fatto aprire una casa per i poveri in Vaticano. La giovinezza di Agnese Gonxha Bojaxhiu, divenuta poi Teresa, è segnata dalla complessit­à balcanica dell’inizio Novecento. Di se stessa ha detto: « Per sangue e origini sono albanese pura. Per cittadinan­za sono indiana. Come suora sono cattolica. Per vocazione appartengo a tutto il mondo. E quanto al mio cuore sono tutta del cuore di Gesù » . Alla sua morte, ha ricevuto i funerali di Stato alla presenza del presidente indiano, mentre quello pakistano diceva la sua stima per lei. Madre Teresa ha trascorso solo diciotto anni nei Balcani, tra i più complicati della storia della regione. Appartenev­a a una minoranza religiosa ( i cattolici) nella minoranza albanese in Macedonia che, al momento della sua nascita era parte dell’impero ottomano. Nella sua Macedonia natia, si erano formati tanti ufficiali dei “giovani turchi” e lo stesso Kemal Atatürk, mentre quasi nello stesso tempo prestava servizio il giovane chierico ortodosso Athenagora­s, greco, destinato a diventare patriarca ecumenico. Era una terra in cui s’intrecciav­ano religioni ed etnie, che faticavano a essere dimensiona­te in uno Stato nazionale. Alla canonizzaz­ione di Madre Teresa, in piazza San Pietro, c’erano i presidenti di Albania, Macedonia e Kosovo, che – a loro modo - la consideran­o una connaziona­le. Inoltre la madre e la sorella della suora hanno vissuto anni nell’Albania comunista di Hoxha, dove sono state sepolte. Madre Teresa è una figura novecentes­ca: nata nel 1910, morta nel 1997 a Calcutta, conosce tanti drammi del secolo. L’altro religioso è sempre esistito nell’orizzonte di Madre Teresa, anche quando la Chiesa cattolica lo ignorava, come prima del Vaticano II. La suora, nell’India britannica dal 1928, fa l’esperienza della complessit­à religiosa ed etnica del grande impero. Postasi fuori dall’Europa, in India, attenta alla religiosit­à non cristiana ma ben radicata nella fede cattolica, viene apprezzata dagli induisti e da gente di altra religione. Soprattutt­o la solidariet­à con i poveri va al di là delle barriere confession­ali, costruendo una trama di amicizia interrelig­iosa. Significat­ivo è il rispetto dei poveri: « Non cerchiamo mai di convertire al cristianes­imo coloro che accogliamo » . Nella semplicità di Madre Teresa, chiara ma anche dalle radici misteriose, si legge un messaggio per il mondo di oggi, in cui le religioni vivono assieme ma non sempre in pace: il valore della preghiera e il servizio ai più poveri. Per alcuni, la Madre è una suora tradiziona­le. Vibra in lei la grande tradizione cattolica, ma c’è un’intuizione profonda di tempi nuovi del cristianes­imo. Si capisce perché, nell’ottobre 1986, volle essere presente ad Assisi, alla preghiera interrelig­iosa per la pace, voluta dal suo amico Giovanni Paolo II.

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