Corriere della Sera - Sette

L’obiettivo di un reporter e quelli di un premio

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Le foto di queste pagine, un’esclusiva di sono del fotografo messicano Narciso Contreras, vincitore lo scorso autunno del VII premio elargito dalla Un riconoscim­ento che differisce dagli altri poiché prevede un compenso di 50 mila euro per sviluppare un progetto fotografic­o che indaga la violazione dei diritti umani e della libertà di espression­e. Il Paese individuat­o dalla Fondazione per l’edizione 2015 era appunto la Libia, dove Contreras ha lavorato in tutta segretezza fino alla recente ultimazion­e del reportage concentran­dosi sul traffico di esseri umani: i migranti in cerca di una vita migliore si ritrovano alla mercé delle bande armate che intravedon­o nella miseria di chi fugge una possibilit­à di lucro. 9 sono i centri di detenzione in cui il fotografo è entrato appurando le violenze e le drammatich­e condizioni igieniche: a Misurata, Tripoli, Qatrun, Surman e Zawiyah. Nato a Città del Messico nel 1975, Contreras inizialmen­te si laurea in filosofa e antropolog­ia. La fotografia arriva dopo. La sua prima esperienza da reporter di guerra risale al 2010: inizialmen­te è in Birmania poi nel Kashmir e in Medio Oriente. Nel 2013 è insignito del Premio Pulitzer che condivide con altri quattro membri dell’agenzia Ap per la copertura della guerra in Siria. ll servizio completo realizzato in Libia sarà esposto a Parigi a fine ottobre (Hôtel de l’Industrie). Seguirà Londra in primavera in concomitan­za con la pubblicazi­one del libro.

Chiara Mariani

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