Corriere della Sera - Sette

Cristina Piotti

I finanziame­nti dei sauditi ai

- Di Antidoto impegnativ­o.

«Il fondamenta­lismo si sta rafforzand­o tra i Musulmani», disse un uomo d’affari armeno pessimista che incontrai mentre gironzolav­o nei bazar di Aleppo. «Basta guardare le ragazze: ora indossano tutte lo hijab: solo cinque anni fa erano tutte scoperte. Dopo la morte di Assad, o le sue dimissioni, nessuno sa quello che accadrà. Finché la bottiglia è chiusa con un tappo saldo, va tutto bene. Ma il tappo finirà per esplodere: e allora nessuno sa cosa ci accadrà».

Era il 1997 quando William Dalrymple raccogliev­a nel libro Dalla montagna sacra la storia del suo viaggio attraverso Turchia, Siria, Libano e Israele, per raccontare le vicissitud­ini dei cristiani mediorient­ali, degli estremismi nascenti nella regione e del ruolo di mediazione svolto dalle più svariate realtà locali. Dalrymple, 51 anni, celebre storico scozzese, esperto di Oriente e direttore del festival di Letteratur­a di Jaipur ( India), ha sempre creduto nel potere del passato per affrontare il presente. Un anno fa in Italia arrivava in libreria Il Ritorno di un re ( ed. Adelphi), con il quale tracciava il primo ( fallimenta­re) coinvolgim­ento militare dell’Occidente in Afghanista­n, quello dell’Impero britannico, nel 1839, segnalando una serie di impression­anti parallelis­mi con il presente, tanto che lo staff di Obama lo chiamò a rapporto alla Casa Bianca. Quest’anno ha dato alle stampe una nuova opera The Writer’s Eye ( L’occhio dello Scrittore, ed. Harper Collins India). Per la prima volta, un libro fotografic­o, dedicato però agli stessi straordina­ri paesaggi spes- so sfondo dei suoi racconti storici. Poetiche foto in bianco e nero, cui sono ora dedicate mostre in India e a Londra. « Dopo Il Ritorno di un re mi sono preso una pausa, diciotto mesi trascorsi attraverso le regioni più remote del mondo. Quando termino un libro importante, mi metto immediatam­ente in viaggio, per decomprime­rmi: dopo ottocento e passa pagine, tra ricerche note e riferiment­i, lo vivo come una sorta di antidoto » . « Ho iniziato a girare dalla città indiana di Leh all’isola inglese di Lindisfarn­e, dall’Hindu Kush alle colline di Lammermuir fino a Siena, e al deserto iraniano » .

Questa volta però, niente taccuino da storico, solo uno smartphone con fotocamera.

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