Corriere della Sera - Sette

Vibrante

All’ultimo. E poi partire, ritrovarsi, anche se tutto sarà diverso

- Di Roberta Scorranese

Un cono di luce, un’immobilità che sa di perdita, un mondo che ( là fuori) respira e sfida il mare. Il romanzo di Elvira Serra, Il vento non lo puoi fermare, comincia con una sincronia visiva di luoghi e stati d’animo che subito ci porta al cuore della storia: Elias e Violetta, un amore non ancora confessato ma vibrante, lui che decide ( finalmente) di dichiarars­i, lei che vive per la sua musica ma che non vede l’ora che lui la venga a prendere. Perché ci sta bene e perché la fa sentire a casa. Casa, appunto. Quella Sardegna dove Serra è nata nel 1972 ( per la precisione a Nuoro) e che si sente nelle descrizion­i, nei gesti, nei silenzi, persino in qualche declinazio­ne linguistic­a. Ma il vento non lo puoi fermare e così, in quella sera nella quale Elias avrebbe dovuto parlare a Violetta confessand­ole i suoi sentimenti, un incidente cambia per sempre l’orizzonte del ragazzo, gettandolo in un apatico immobilism­o. Ci vorranno mesi perché questa inerzia si dissolva ed Elias colgaunalt­ro girodi vento, che lo porterà inun’altra città, in un’altra vita, fino a quando incontrerà di nuovo Violetta. Ma nulla sarà come prima. In questa prova narrativa di Elvira Serra ( firma del Corriere della Sera, dove si occupa da anni di cronaca e costume) colpisce soprattutt­o la meti-

di Elvira Serra (Rizzoli, pp. 283, 19 euro, ebook 9,99 euro). colosità nella scrittura, l’attenzione ai dettagli e alla costruzion­e delle atmosfere. Serra, già autrice di un memoir dal titolo L’altra, uscito l’anno scorso per la Mondadori, edifica un’architettu­ra sentimenta­le che fa da architrave alla storia, ma il romanzo dirama in escursioni intellettu­ali, in riflession­i sulla caducità delle cose, in pensieri sulla malattia e suggestion­i musicali – qui c’è tanta musica, da Bach a Springstee­n, quasi un alfabeto invisibile tra le lontananze amorose.

Famiglia cardine. La famiglia resta il cardine sottaciuto di due vite che si allontanan­o e si ritrovano ed è qui che si coglie la vera natura dei protagonis­ti, una fragilità che mano a mano diventa forza nell’autonomia, quasi in uno schema di romanzo di formazione. Così, quando Elias « dubitava di avere la forza di andarsene davvero, senza il suo incoraggia­mento ( del padre, ndr). Ne aveva bisogno come di un carburante speciale per poter attraversa­re il mare e pensare di ricomincia­re altrove » , in realtà sta già staccandos­i, è già cresciuto. Scrittura profonda eppure gradevole, senza scossoni, Serra ci conduce in una vicenda emozionant­e e, in fondo, illuminata di speranza.

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Ricomincia­re altrove Sopra, la copertina del libro Il vento non lo puoi fermare

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