Ettore Scola, buona la prima.
A Roma, una mostra
I VINILI ORIGINALI con le colonne sonore dei suoi film. Le locandine e gli oggetti di scena. E perfino la celebre lettera del film Totò Peppino e la malafemmina. C’è un pezzo della storia del cinema italiano nella mostra Piacere, Ettore Scola al Museo Carlo Bilotti di Roma ( fino all’ 8 gennaio 2017; museocarlobilotti. it), la prima a celebrare, a pochi mesi dalla scomparsa, avvenuta lo scorso 19 gennaio, il genio creativo di uno dei protagonisti del cinema tricolore. Curata da Marco Dionisi e Nevio De Pascalis, la mostra racconta la vita professionale e privata del grande cineasta ( nella foto durante le riprese di Splendor nel 1988), dall’infanzia a Trevico, in provincia di Avellino, dove Scola era nato, all’esordio con Se permettete parliamo di donne ( 1964), passando dai suoi film più famosi – C’eravamo tanto amati ( 1974), Brutti, sporchi e cattivi ( 1976), Una giornata particolare ( 1977), solo per citarne alcuni – fino all’ultimo Che strano chiamarsi Federico ( 2013), omaggio all’amico e collega Federico Fellini. Le nove sezioni della mostra, suddivisa in una parte cronologica e una tematica, raccolgono fotografie, disegni, oggetti di scena, carteggi e video che ricostruiscono il percorso artistico e la vicenda umana di Scola, il suo impegno civile e politico, senza dimenticare la sua passione per il teatro e per il disegno.
Micaela De Medici