Un De Amicis infelice
/ Concorso insegnanti, la strana scelta per un romanzo “minore”
Nei per nulla infelici anni Sessanta, quando tutto, nella gestione della scuola da parte del ministero, si svolgeva con precisione e ordine, e non erano ancora arrivate le grandi piogge delle immissioni in ruolo per soli titoli, le modalità dei concorsi a cattedra erano queste. Tanti scritti quante erano la discipline portanti della classe di concorso ( per esempio, italiano e latino per la classe che comprendeva anche storia), sparpagliate le prove nelle varie regioni d’Italia, e gli orali a Roma, tutti insieme appassionatamente. Arrivavano agli orali, i candidati non romani ammessi, con enormi valigione zeppe di libri, trascinate con fatica alla stazione ( non ancora esistendo le benedette rotelline) per via della prova didattica. Si trattava di presentarsi 24 ore prima dell’esame davanti alla commissione e di estrarre un argomento riguardante una delle materie dell’esame stesso. 24 ore dopo, durante gli orali, il candidato avrebbe esposto la simulazione di una lezione, sull’argomento estratto, davanti a un’ipotetica classe. Gli argomenti proposti erano ragionevoli. Io, nell’inverno tra il 1968 e il 1969, estrassi la prima Egloga di Virgilio. No, non facile, ma tutt’altro che impossibile. Me la cavai, dopo essermi chiuso in albergo quasi per tutte le 24 ore, e aver compulsato la catasta di libri di latino che avevo con me. Tempi memorabili. Ma oggi? Ho appreso dal Corriere del 24 agosto una notizia che spero appartenga alla categoria delle leggende metropolitane ( preoccupante, se fosse vera, divertente, da sorriderci sopra, se leggenda). Circolava la voce che, nelle prove orali del concorso in atto per i docenti lombardi, fosse stata estratta la seguente lezione: « Le polemiche nel mondo scolastico in Amore e ginnastica di De Amicis » . Si dovrà precisare che Amore e ginnastica è un romanzo breve, pubblicato dall’autore tra i « bozzetti e racconti » di Fra Scuola e Casa ( 1892), e recuperato, con una memorabile “Nota introduttiva”, da Italo Calvino, che lo fece pubblicare nelle Centopagine di Einaudi nel 1971 ( è tuttora reperibile per 9,50 euro). E se occorre domandarsi quanti, fra i docenti di oggi, conoscano il romanzo ( pochi, immagino), pesa su questa scelta un’altra aggravante. Le polemiche fra i docenti di ginnastica, nel romanzo, ambientato a Torino, che riguardano il contrasto fra i tradizionalisti, seguaci delle teorie dello svizzero Obermann – fautore di una ginnastica fatta soprattutto di puro esercizio muscolare – e gli innovatori, seguaci del Baumann – promotore di una ginnastica fatta di armonia di corpo e di spirito – si riducono a vibranti battute e a beghe fra insegnanti. Perché conta, invece, tutt’altro, l’accesa aura erotica che circonda la maestra di ginnastica Pedani, baumanniana convinta. Giovane e bellissima, sensuale ma inaccessibile all’amore, nemmeno a quello devoto del timido ex seminarista Celzani. Sennonché, infine... Un romanzo lieve e delizioso del miglior De Amicis, ma del tutto fuori posto per chi si gioca la pelle a un orale.
Una storia lieve e deliziosa, madel tutto fuori posto per chi si gioca la pelle a un orale