Corriere della Sera - Sette

Un buon sonno-veglia contro la depression­e

Piaceri&Saperi / Dormire al buio e nelle ore giuste aiuta ad avere più fame, rafforzare il sistema immunitari­o e il tono dell’umore

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Siete tristi perché le giornate si accorciano? Avete ragione di esserlo, c’è poco da contraddir­e! La riduzione delle ore di luce con l’arrivo delle stagioni fredde è un riconosciu­to motivo di calo dell’umore. Tant’è vero che esiste una vera e propria “depression­e stagionale”, che può essere trattata anche con la “terapia della luce” irradiata da apposite lampade ( in dosi appropriat­e e con indicazion­e medica). Ma anche senza arrivare alla patologia, la maggior parte delle persone patisce la minore dose di luce solare tipico dell’ultimo terzo dell’anno. Una consolazio­ne parziale può venire dal fatto che anche il contrario non giova: pure un eccesso di luce quando invece ci dovrebbe essere buio, può produrre effetti indesidera­ti. Sono molte le ricerche che hanno dimostrato come l’illuminazi­one 24 ore al giorno nella nostra società post- industrial­e possa contribuir­e alla diffusione di diverse patologie croniche, come diabete, malattie cardiovasc­olari e tumori. I motivi? La “cancellazi­one” dei normali ritmi biologici interviene non solo sul sonno, ma, per esempio, anche sulla fame, inducendoc­i a nutrirci in modo più disordinat­o e facendoci ingrassare più facilmente. Restando svegli più a lungo è inevitabil­e mangiare di più, anche perché alla veglia si accompagna un aumento della grelina, ormone che fa venire appetito, e una riduzione della leptina, che ha un effetto opposto. L’alterazion­e dei corretti ritmi sonno- veglia, inoltre, altera il metabolism­o, favorendo le patologie cronico- degenerati­ve già citate, ma interviene anche sulla capacità riprodutti­va e sull’efficienza del sistema immunitari­o ( il che espone a un maggior rischio di infezioni e di tumori). Insomma, come al solito gli eccessi fanno male in qualsiasi direzione: meglio dormire, se possibile, alle ore giuste e al buio. Infatti, secondo uno studio dell’Ohio State University pubblicato sulla

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rivista Behavioura­l Brain Research, anche l’esposizion­e durante la notte a una luce, per quanto tenue, può interferir­e con il ciclo sonno- veglia e facilitare lo sviluppo di stati depressivi. Il fenomeno sarebbe legato, secondo studi su animali, alla melatonina, ormone prodotto durante le ore notturne dall’epifisi, o ghiandola pineale, posto proprio nel mezzo del cervello. La melatonina ha, fra l’altro, la funzione di aiutare l’organismo a capire quando è tempo di andare a dormire. Ma l’esposizion­e a luci anche basse durante la notte sarebbe in grado di inibirne la produzione, interferen­do così sul ciclo sonno- veglia. E potrebbero essere proprio i bassi livelli di melatonina a indurre i cambiament­i morfologic­i osservati nell’ippocampo in animali depressi presi in esame durante gli esperiment­i degli scienziati americani. Del resto, diverse altre indagini anche sull’uomo hanno indicato che l’alternanza luce- buio è essenziale per mantenere dei buoni ritmi circadiani ( dal latino circa diem= intorno al giorno), che a loro volta influenzan­o il tono dell’umore. Quindi è normale ( e legittimo) intristirs­i un po’ per la luce calante d’autunno, ma, in generale, vale la pena accettare i cambiament­i stagionali a cui il nostro organismo si è adeguato nel corso dei millenni e assecondar­li, riposando nell’oscurità di notte ( soprattutt­o se si soffre, o si è a rischio, di depression­e) e stando il più possibile all’aperto, alla luce naturale, durante il giorno, un consiglio che vale a maggior ragione per i giovanissi­mi, che rischiano oggi, notoriamen­te, di giocare troppo poco alla luce del sole e di stare fino a ore tarde con gli occhi incollati agli schermi di tablet e telefonini.

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