Cara Oriana ti scrivo, così...
Del Corriere Con le lettere alla giornalista apre la collana per capirla meglio
Cara Oriana, ti scrivo. E anche se sono una bambina, rispondimi a modo tuo. Potrebbe essere questo il senso della lettera della piccola Mariella, presente nel carteggio della giornalista e scrittrice Oriana Fallaci. Mariella ha soltanto 13 anni, e vuole sapere tutto sulla sua giornalista preferita: dal giudizio sugli americani a quello sulle donne protagoniste e indipendenti. Ma in La paura è un peccato. Lettere da una vita straordinaria, prima uscita della collana “Oriana Fallaci” – da ieri in edicola con il Corriere a 8,90 euro, escluso il costo del quotidiano – scopriamo soprattutto quelle domande ( lo si capisce dal tono delle risposte della stessa Oriana) che aiutano a riflettere ancora di più su quanto la grande giornalista fiorentina fosse amata e odiata allo stesso tempo. « Non te la prendere con la tua maestra di scuola quando mi insulta. Forse è fascista ( molti lo sono senza sapere di esserlo), forse ha una mente cieca e un cuore invidioso » , racconta a Mariella, aprendole una porta sul mondo dell’età adulta. Cosa fa, quindi, la Fallaci? Regala piccole lezioni di giornalismo ad una piccola aspirante giornalista: « L’unico consiglio che posso darti è studiare, per ora: molto e bene. Poi leggere, leggere, leggere. Infine aspettare i diciotto o i venti anni per capire se questa vocazione esiste davvero » . È sufficiente però un passo indietro rispetto a questa lettera, della fine del 1975 – l’anno di pubblicazione del libro, Lettera ad un bambino mai nato ( terza uscita, dopo Un uomo, della serie del Corriere) – per scoprire quelle vitali e apparenti contraddizioni della storica inviata del quotidiano di via Solferino e del settimanale Europeo. All’insegna del vivere subito le cose che desideriamo e nelle quali crediamo, si legge – sempre in “La paura è un peccato”, per la prima volta in allegato con il Corriere – di una giovanissima Fallaci, la quale, a poco più di sedici anni si presenta al capocronista del Mattino dell’Italia Centrale, a Firenze, dicendogli che avrebbe voluto fare la giornalista. Senza aspettare quei vent’anni consigliati a Mariella, né di terminare l’università. Però non sarebbe giusto parlare di contraddizioni. Caso mai, in queste lettere che illustrano e cronologicamente accompagnano tutta la sua produzione letteraria ( da Penelope alla guerra al postumo Un cappello pieno di ciliegie) presente nella collana del Corriere, salta agli occhi l’amore per la correzione della riscrit- tura e quindi del proprio pensiero. « Oriana era capace di passare ore a cercare le parole esatte scrivendo e riscrivendo e poi firmando per essere certa dell’effetto che avrebbe suscitato nel suo interlocutore la vista del biglietto a lui indirizzato » , ricorda Edoardo Perazzi, nipote della giornalista e custode dell’archivio Fallaci, nella prefazione a La paura è un peccato. Tutto ciò, nonostante la prima donna inviata speciale su un fronte di guerra non amasse scrivere lettere: « Era un’attività che le rubava troppo tempo e le impediva di dedicarsi con tutta la cura che desiderava ai suoi scritti » , scrive Perazzi, ricordando, allo stesso tempo, quanto quelle stesse lettere siano state occasione per una scrittura più intima e leggera. Alla notizia del terzo figlio del nipote Edoardo e di sua moglie Alessandra, Oriana invia un fax in Italia, suggerendo una serie di nomi. « Vi sono bellissimi nomi toscani e a me piacciono tutti in egual misura… » . E poi via con l’elenco: “Luca, Jacopo, Vanni, Pietro, Cosimo, Tommaso, Valdo, Folco, Stefano e Martino, Ludovico e Lorenzo”. Per la cronaca, il 25 maggio del 2003, nacque Ludovico. E la zia ne fu entusiasta. euro, escluso il costo del quotidiano.