Corriere della Sera - Sette

Con gli “anta” si comincia con Buzzati

/ L’iniziazion­e alla lettura a 40 anni? Per i primi passi, e le Memorie della Yourcenar. E poi la poesia di Bennefoy

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Caro Beppe ho un quesito per te: cosa consiglier­esti a una persona che desidera iniziare a leggere a quarant’anni? Leggere libri, intendo. Una persona di cui non sai molto, se non che ha quarant’anni, appunto, che è donna (ma non so quanto conti), che ha un’istruzione di base (diploma tecnico), e interessi vari ma nessuno specifico. Lascio a te la patata bollente. Grazie!

Linda Di Giacomo lindigi@tin.it

È una patata simpatica, Linda, e la maneggio volentieri. Ti consiglio libri di narrativa fascinosi, non troppo lunghi, con una trama lineare: Il deserto dei Tartari di Dino Buzzati, per esempio. Oppure Una questione privata di Beppe Fenoglio. Se ti senti avventuros­a, Memorie di Adriano di Margerite Yourcenar ( ma forse, a quarant’anni, sei troppo giovane). Opere di saggistica brillanti e utili, con una scrittura saporita ( Storia d’Italia di Indro Montanelli). Oppure, perché no, un libro di poesia. Leggi Yves Bonnefoy. È stato una scoperta: l’ho incontrato per caso al Festivalet­teratura di Mantova nel 2007, e non l’ho più mollato.

Urge educazione civica digitale Caro Bsev, la rete produrrà una valanga di commenti (incluso il mio) sulla morte della povera Tiziana Cantone. Non è la prima e non sarà l’ultima vittima causata dall’ignoranza. L’ignoranza degli sparasente­nze ma di chi sottovalut­a la potenza e la pericolosi­tà del web. Vengono proposti corsi per sfruttare commercial­mente la comunicazi­one digitale: non è il caso di introdurre a scuola un po’ di educazione civica in materia?

Carlo Secchi carlo.secchi@bluewin.ch

Nel 2012, prima sul Corriere e poi nel libro Italiani di domani, ho suggerito di introdurre l’educazione civica digitale nelle scuole italiane. So che il Garante della privacy è giunto alla stessa conclusion­e, e mi fa piacere. Non vietiamo lo smartphone in classe: sarebbe anacronist­ico. Insegniamo, invece, come usarlo. Molti ragazzi non capiscono la potenza dello strumento che hanno tra le mani: ogni abuso ( diffamazio­ne, calunnia, insulto, minaccia) può diventare espo- nenziale. La vicenda di Tiziana Cantone è terribile, e purtroppo non è isolata. Le sofferenze provocate dall’uso incoscient­e dei social sono ubique. Ne veniamo a conoscenza solo quando sfociano in una tragedia. Nel 2013 una ragazzina di Novara, Carolina, si è gettata dalla finestra. A una festa si era sentita male, era ubriaca, in sei l’hanno circondata e molestata, filmando tutto. Il video è finito in rete, su Facebook. Lei ha deciso di farla finita e se n’è andata, come Tiziana. Loro sono rimasti.

Anche Morandi torna bambino Sul suo profilo Facebook, Gianni Morandi – aria sorridente, faccia da eterno bravo ragazzo – mostra il suo smartphone e scrive: “Ce l’ho fatta, sono imbattibil­e! Finalmente ieri sera ho catturato Dragonite, un Pokemon epico tra i più rari e forti del gioco!”. Romolo Ricapito romolo.ricapito@gmail.com

Ognuno ha i suoi infantilis­mi. Detto ciò, l’entusiasmo di Gianni Morandi è sorprenden­te. I Pokemon sono l’ossessione di una precisa generazion­e: i ragazzi nati negli anni 90, cresciuti a pane, nutella e Pikachu. Il nuovo videogioco ha solo risvegliat­o la passione latente. È come quando noi, nati negli anni 50 e 60, vediamo le figurine dei calciatori: torniamo, per un attimo, bambini. Un coetaneo – un medico bravo e piuttosto noto – spingeva la sua nostalgia fino al punto di scambiare le figurine davanti alle scuole elementari. Poi gli hanno spiegato che la pratica poteva apparire equivoca. Così ha smesso ( a malincuore, secondo me).

Chi ferma gli incontinen­ti di Whatsapp Cari Italians, questa mattina, aspettando il treno, mi è venuta un’idea: e se Whatsapp facesse pagare un euro per ogni gruppo creato, e questo euro fosse donato a una associazio­ne benefica? Si farebbe del bene e insieme si renderebbe più “parsimonio­so” l’utilizzo dell’app. Che ne pensate? PS: Sono un forte utilizzato­re di Whatsapp, ma sostengo che la maggior parte dei gruppi sia inutile e faccia perdere tempo. Samuele Zampini samuele.zampini@gmail.com

Caro Samuele, impallidis­co quando vedo la quantità di notifiche delle chat di gruppo sul cellulare di nipoti, figli di amici, giovani colleghi. Ma la tua proposta – posso dirlo? – è utopistica. Whatsapp è affascinan­te. Diciamo pure: è una tentazione e, come tutte le tentazioni, va gestita. Aumentare i costi non ferma gli incontinen­ti, credimi. Vale anche per gli aperitivi, le serie tv e la politica.

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