La trappola dei mutui
/ Il caso Barclays, le 9.978 famiglie italiane in difficoltà. E le buone notizie da Capri che tenta di salvarsi l’anima con la scrittura
Ho fatto un viaggio con un padre di famiglia, Franco, che mi ha raccontato la sua storia. Da sempre molte famiglie italiane accendono dei mutui per l’acquisto della casa, cercando, tra le tante offerte, quelle che soddisfano maggiormente le proprie esigenze economiche e familiari. Con questo spirito, migliaia di mutuatari si sono rivolti a Barclays Bank sottoscrivendo un normale contratto di mutuo in euro a tasso variabile che seguiva però l’andamento del tasso Libor Chf al posto dell’Euribor per il calcolo degli interessi. La denominazione del prodotto è poi cambiata in “Mutuo in euro indicizzato ai franchi svizzeri”, e la perplessità delle persone davanti a questi “franchi svizzeri” veniva liquidata spiegando che era dovuta solo al tipo di tasso utilizzato e che il rischio connesso era lo stesso di qualsiasi altro mutuo: l’aumento della rata. Inoltre, il contratto prevedeva una maggior tutela, la rata costante fissata all’inizio del rapporto che veniva conguagliata semestralmente in un conto deposito legato al mutuo. In pratica, il mutuatario pagava somme superiori alla rata reale in modo da poter accantonare importi “salva- rata” nel caso in cui fossero aumentati gli interessi mensili. Le comunicazioni periodiche della banca, sempre e solo in euro, davano seguito a quanto esposto in fase contrattuale, dato che il capitale residuo continuava a diminuire e il fondo “salva- rata” aumentava o diminuiva in conseguenza dell’oscillazione del tasso. Questa mancata trasparenza, sostiene Franco, ha impedito a questi soggetti di comprendere il rischio elevato a cui sarebbero stati esposti a causa dell’oscillazione della moneta svizzera sull’intero capitale mutuato. E così la banca ha messo i consumatori allo stesso livello di Molti i ricorsi contro il “mutuo in Euro indicizzato ai Franchi Svizzeri” di Barclays Bank. soggetti con capacità e volontà di investitori ad alto rischio. Franco, padre di famiglia a reddito fisso, ha richiesto 160 mila euro nel settembre 2009 per un mutuo ventennale, con rata mensile di 860 euro. Capitale residuo ad oggi di 114 mila, fondo a zero. Sembrava tutto normale, ma solo alla sua richiesta di estinzione la banca gli comunicava il vero saldo, pari a 162 mila. Ed ecco la verità. Nonostante siano passati anni e le rate siano sempre state regolarmente saldate, utilizzando anche il fondo, la banca oggi richiede un capitale superiore a quanto richiesto a mutuo. Sì, perché il mercato è crollato e le rate non coprono il reale debito. E se il mercato avesse avuto un andamento positivo? Non sarebbe cambiato nulla. Nel caso di Franco, il tasso di cambio fissato a mutuo è pari a zero e la doppia conversione andrebbe applicata sul capitale restituito. In Italia, Tu. Con. Fin, la prima associazione per la tutela dei consumatori finanziari vittime di questi prodotti in valuta, sta lottando per le 9.978 famiglie italiane che hanno questo mutuo Barclays. Grazie alla sua azione sono stati incardinati numerosi ricorsi all’Abf, processi civili, esposti agli organi di vigilanza ed interpellanzeinterrogazioni al parlamento italiano ed europeo, puntando sulla mancanza di trasparenza del prodotto rendendo così nullo il contratto. Ma finché non arriverà la prima sentenza del giudice non sarà vincolante per la banca. Ed ecco, conclude Franco, che oltre al danno arriva la beffa: tante carte favorevoli che non valgono nulla. Sono pronto ovviamente a ospitare la replica di Barclays.
Vivere a Capri significa essere assediati quasi ogni giorno dell’anno da una folla di turisti che arriva alle 10 del mattino e riparte alle 5 del pomeriggio. È difficile che in queste condizioni una comunità possa mantenere la propria identità, la propria vita sociale, la propria memoria, e nello stesso tempo aprirsi al mondo e tenere il passo dei tempi. I capresi ci stanno provando. Ad Anacapri – che non è la stessa cosa, s’intende – hanno inaugurato una mediateca dedicata a Mario Cacace, un uomo che ha fatto tanto per l’isola. Il locale è molto frequentato dai ragazzi, il che fa ben sperare. Il figlio di Mario, Tonino, imprenditore di successo, ha deciso di restituire alla sua gente una parte del suo tempo e delle sue risorse. Dopo le iniziative per portare nelle scuole di Capri l’arte contemporanea, si è inventato un progetto – coordinato da Camilla Baresani – per trasmettere ai ragazzi il gusto della lettura e della scrittura. È un microcosmo meraviglioso ma fragile, quello di Capri e in genere delle nostre piccole isole mediterranee. Teniamolo da conto.