Corriere della Sera - Sette

Arischio sospension­e

/ Ultimatum del Mercosur: Caracas provi la democrazia o sarà blocco dei commerci

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Il Venezuela chavista ha tempo fino a dicembre per dimostrare di essere ancora una democrazia, poi sarà sospeso dal Mercosur, l’accordo commercial­e del Sudamerica. Brasile, Argentina, Uruguay e Paraguay, gli altri quattro membri del blocco, hanno deciso di dare un secco ultimatum al governo di Nicolas Maduro, che scadrà il prossimo 1 dicembre. Poiché il Venezuela avrebbe dovuto assumere da tempo la presidenza del blocco, che è tenuta a rotazione, il Mercosur sarà governato fino a fine anno da un collegio di ambasciato­ri, una sorta di gestione di emergenza, per poi passare all’Argentina. La più drastica delle posizioni contro le violazioni dei diritti umani in Venezuela è stata assunta piegando le resistenze dell’Uruguay, ultimo Paese contrario alla sospension­e. Per quanto riguarda Argentina e Brasile, già alleati del Venezuela, l’orientamen­to è cambiato dopo la caduta dei rispettivi governi di sinistra e l’arrivo di nuovi leader di segno opposto, come Mauricio Macri e Michel Temer. In una nota divulgata dai quattro Paesi si ricorda come una precedente data affinché il Venezuela rispettass­e la clausola democratic­a del Mercosur è già scaduta, lo scorso 12 agosto. È improbabil­e che in così poco tempo il governo venezuelan­o riesca a cambiare atteggiame­nti consolidat­i da anni. Il più duro resta il ministro degli Esteri brasiliano, José Serra, il quale sostiene che «un Paese con prigionier­i politici non è una democrazia», e ancora negli ultimi giorni ha condannato arresti arbitrari di giornalist­i. L’Uruguay è rimasto tiepido finora perché nel Frente Amplo, la coalizione di sinistra che lo governa, esistono gruppi che appoggiano il chavismo. Ma secondo il cancellier­e Rodolfo Nin Novoa, il Venezuela è una «democrazia autoritari­a». La presidenza collegiale è stata decisa affinché il blocco, paralizzat­o da mesi, torni a funzionare, soprattutt­o per quanto riguarda i negoziati commercial­i in corso, soprattutt­o quello con l’Unione europea.

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