Corriere della Sera - Sette

Mistero su

Passato a Berlino Est, la sua morte resta un cui si indaga ancora

- Di Maurizio Serra

sattamente trent’anni fa moriva misteriosa­mente Dean Reed, la più bizzarra rockstar del nostro tempo. Il quasi omonimo John Reed, il reporter americano testimone dei “dieci giorni che sconvolser­o il mondo”, la rivoluzion­e bolscevica dell’ottobre 1917, è ancora ricordato come uno dei grandi cronisti del ventesimo secolo. Difficile dire lo stesso per il suo connaziona­le Dean, oggi dimenticat­o dalle masse che lo osannavano in tutto il mondo, sia pure solo comunista. La sua vicenda, emblematic­ama in definitiva triste, merita di essere brevemente ripercorsa. Dean era nato nel 1938 in una fattoria del Colorado, e, come l’altro Reed, magistralm­ente interpreta­to da Warren Beatty nel film Reds, biondo era e bello e di gentile aspetto. A vent’anni partì per Hollywood a tentare la sorte, e siccome oltre al fisico vantava un buon timbro di voce, iniziò una discreta carriera di cantante nelle emitten-

Eti locali, nei drive- in e nei circuiti di provincia. Non era la gloria, ma riusciva a sbarcare decentemen­te il lunario e a far palpitare il cuore delle ragazze, finchè non sposò Patty Hobbs, una reginetta di bellezza che aveva messo incinta. Proprio allora Dean riuscì a ottenere il primo agognato contratto per Hollywood. Ma la mecca del cinema era anche un vecchio nido di spie e d’informator­i comunisti. Il Komintern vi aveva spadronegg­iato sotto le amministra­zioni Roosevelt e Truman, fino alla bonifica effettuata con metodi un po’ spicci negli anni Cinquanta dal senatore Joseph McCarthy, il cui braccio destro era Richard Nixon. Ma non va dimenticat­o che il vero uomo di fiducia di McCarthy era il suo giovane e ambizioso assistente, irlandese e cattolico come lui, di nome Robert Kennedy. Interrogat­i e spremuti dal Comitato del Senato contro le attività antiameric­ane, per- sonaggi del calibro di Bertolt Brecht, Joseph Losey, Orson Welles, Charlie Chaplin e altri preferiron­o fare fagotto e tornare in Europa, prima di finire in galera o quantomeno di trovarsi senza lavoro. Quando Reed arrivò a Hollywood vent’anni dopo, la “caccia alle streghe” era acqua passata e il Kgb si accingeva a ripartire alla grande in epoca kennediana. Dean finì nelle reti del regista Paton Price, la cui carriera era stata stroncata dal rifiuto di arruolarsi durante la Seconda guerra mondiale per obiezione di coscienza. Fosse o meno un agente sovietico, cosa mai provata, Price indottrinò il giovane cowboy dall’ugola di velluto sul luminoso avvenire della rivoluzion­e proletaria mondiale. Dean decise al-

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