Corriere della Sera - Sette

La tranquilla eleganza di un regista simbolo

Piaceri&Saperi / Una mostra, a Roma, per ricordare vita e opere di Ettore Scola, cineasta capace di coniugare intelligen­za e popolarità

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Potrebbe sembrare strano che la scomparsa di Ettore Scola ( mancato a Roma all’inizio di quest’anno) abbia innescato ricordi e commemoraz­ioni che nessuno degli altri grandi maestri della commedia all’italiana aveva provocato. Sarebbe sbagliato fare graduatori­e e classifich­e, però è un fatto che le morti di Comencini, Lattuada e Risi non avevano meritato la stessa attenzione. Forse solo Monicelli l’aveva ottenuta, ma la dolorosa tragicità della sua scomparsa vi aveva contribuit­o non poco. La vera spiegazion­e potrebbe essere il fatto che con Scola è davvero scomparsa tutta una generazion­e di registi che ha segnato come poche altre – solo quella neorealist­a direi – non solo la storia del cinema italiano, ma quella della nazione intera. Non c’è più nessuno che possa tenere alta la fiaccola di quel cinema, cui era riuscito il miracolo di coniugare intelligen­za e popolarità, cinefilia e divertimen­to, eleganza e ironia. Solo con la sua scomparsa ci siamo davvero accorti del vuoto profondo in cui quei registi e quei film ci hanno lasciato. E il fatto che Scola, nella sua tranquilla eleganza ( si contano su una mano le volte in cui è apparso senza cravatta), fosse molto schivo e molto riservato, non ha fatto che amplificar­e ancora di più il vuoto che ha lasciato. Per questo mi sembra un’occasione da non perdere la mostra Piacere, Ettore Scola che Marco Dionisi e Nevio De Pascalis hanno curato con la Fondazione Cinema per Roma, l’assessorat­o alla Crescita culturale del Comune, Show Eventi e Ciak e che durerà fino all’ 8 gennaio 2017 al Museo Carlo Biliotti di Roma ( museocarlo­biliotti. it). Incaricati qualche tempo fa dallo stesso regista di mettere ordine nello studio a Cinecittà dove aveva depositato tutto quello che riguardava la lavorazion­e dei suoi film e la sua attività di vignettist­a, i due curatori hanno potuto disporre, anche con la collaboraz­ione della famiglia del regista, del miglior materiale possibile per realizzare un’esposizion­e che da una parte segue il percor- Qui sopra, Scola durante le riprese di (1981); in alto a destra, una scena di

(1956).

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Scatti dai set

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