Corriere della Sera - Sette

James Ellroy è tornato sul luogo del delitto

Piaceri&Saperi / La polizia di Los Angeles ha incaricato lo scrittore di narrare le foto dell’archivio e lui ne ha ricavato un noir da guardare

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Mi ero quasi dimenticat­o di come diavolo scrive James Ellroy quando ne ha voglia. Stavolta, chiamato a commentare le foto dell’archivio del dipartimen­to di polizia di Los Angeles, Ellroy ritrova la vecchia voglia e sembra tornato ai bei tempi quando con la sua scrittura faceva le stesse finte che fa un pugile sul ring. Tutte quelle scene del delitto doc lo eccitano e lo commuovono. L’annata illustrata e raccontata è il 1953, una buonissima annata per crimini e misfatti. Los Angeles allora non era come la Los Angeles di ora. C’era ancora la Bunker Hill di John Fante: « I fianchi terrazzati della collina erano pieni di miserabili pensioncin­e abitate da ubriaconi, tossici, battone, pachucos, femminiell­i, alcolizzat­i all’ultimo stadio, ermafrodit­i bisex » . Ancora infuriava il caso Chessman, il « Bandito della Luce Rossa » . Il capo del Lapd ( Los Angeles Police Department) era William H. Parker III, il più grande poliziotto americano del XX secolo. Bill Parker era un ossimoro vivente, una cacofonia ambulante, era progressis­ta e bigotto, reazionari­o e riformista. Era anche un ubriacone e un donnaiolo impenitent­e. Ma nessuno sgominò la corruzione della polizia losangelin­a come riuscì a fare lui. I suoi metodi spicci ( se arrestava un sospetto buttava la chiave della prigione fino a quando non

IN 25 PAROLE

veniva chiarito il ruolo del fermato nella vicenda) facevano arrabbiare i paladini dei diritti civili. Parker, che era avvocato, aveva pronta la linea di difesa, sempre la stessa: gli sbirri sono sbirri, non sono sociologi, non cercano le cause pubbliche o private che stanno dietro un crimine. Un personaggi­o che sembra fatto apposta per piacere a Ellroy. Se non fosse esistito, lo avrebbe inventato. Quando Ellroy ha accettato dal Lapd l’incarico di raccontare le foto dell’archivio pensava a un lavoro di routine. Nella sua vita aveva già visto « troppi fattoni morti con la siringa infilzata nel braccio, bruciati dalla Grande Pera » e altri morti ammazzati. Ma davanti alla raccolta del Lapd ha dovuto ricredersi. Sono foto uniche. Scrive Ellroy: « Le immagini di questo volume cercano di evitare “l’eleganza” della scena del crimine » . Sono nude e crude e sono talmente perfette che a un certo punto Ellroy si domanda: « Le foto scattate dalla polizia e raccolte in questo libro si ispiravano allo stile dei poliziesch­i, oppure erano i poliziesch­i a derivare il loro stile dalle foto della polizia? » . È nato prima l’uovo o la gallina? Ce lo chiediamo anche noi guardando questi cadaveri coperti da lenzuoli, con la targhetta dell’obitorio legata all’alluce, questi poliziotti dallo sguardo al laser che ricostruis­cono traiettori­e di pallottole, misurano pozze di sangue, setacciano terra di giardino, disegnano Il rapinatore Louis W. Hammert in una foto d’archivio della polizia di Los Angeles. Nell’altra pagina, detective sulla scena del crimine in una delle foto raccontate nel libro di Ellroy.

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Reati d’autore
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