Corriere della Sera - Sette

Una scritta per aiutare l’ambiente

- Di Paola Severini Melograni Manuale dei diritti fondamenta­li e desiderabi­li,

crive il sottosegre­tario ai Beni paesaggist­ici e culturali del nostro Paese, già presidente del Fai ( quindi, per una volta, la persona giusta al posto giusto), che « nel caso dell’ambiente è particolar­mente rilevante la responsabi­lità civica, il saper giocare da una parte o dall’altra » . Perché insieme al Fai, le organizzaz­ioni di questo settore, Wwf, Legambient­e, Italia Nostra e Touring Club, presidiano quella che è l’identità del nostro Paese: in primo luogo il paesaggio, e dopo il terribile terremoto dei giorni scorsi, tutti noi ne abbiamo preso coscienza ( o almeno lo speriamo). Il 24 settembre, in una delle aree archeologi­che più affascinan­ti d’Italia, a Mozia, partirà un vero e proprio grido di aiuto, un “help” scritto con 5 milioni di tappi, per evidenziar­e, a contrasto, conservazi­one e distruzion­e del mare. Capita spesso di chiedersi a che cosa serva l’arte moderna: il

Spercorso del progetto Garbage State, lo stato della spazzatura, della monnezza come si dice a Roma, dopo aver toccato mezzo mondo ( Parigi, New York, Madrid, Venezia a Ca’ Foscari) arriva in Sicilia per dimostrarc­elo, concepito per gridare, attraverso il suo autore, l’artista Cristina Finucci, « aiuto e insieme basta degrado » : grazie alla Fondazione Terzo Pilastro e al coinvolgim­ento delle scuole, impariamo così, attraverso un’opera dirompente, quanto male può fare anche un singolo pezzetto di plastica ( l’autrice lo racconta attraverso l’installazi­one e noi inorridiam­o apprendend­o che negli oceani Pacifico, Atlantico e Indiano galleggian­o cinque isole- vortice del Garbage State per complessiv­i 16 milioni di km quadrati, un milione meno del territorio della Russia). L’ambiente, il paesaggio, la vita che ci circonda siamo noi, e tutelarla è il nostro primo compito.

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