Tre miliardi di anni fa, l’uomo era un microbo
Piaceri&Saperi / Il microscopio, i fossili di Apex, le nanomacchine. La scoperta dell’origine della vita nel racconto dei grandi biologi
ono qui da miliardi di ere incalcolabili, una popolazione sterminata, ovunque diffusa, anche dentro il nostro corpo, invisibile e ignota fino alla comparsa del primo microscopio e la loro esistenza fu scoperta « per un incidente fortuito » . Qualcuno s’accorse « che capovolgendo un telescopio a due lenti era possibile ingrandire gli oggetti vicini anziché quelli lontani » , ed eccoli lì. Neppure se ne sospettava l’esistenza. Ma erano in vista, a miliardi, a miliardi di miliardi: cento trilioni ( si calcola) in un solo corpo umano. « La scoperta degli “animalculi » ” » , come furono chiamati dai primi esploratori del mondo microscopico, « fu qualcosa di sconvolgente: un numero portentoso di organismi invisibili viveva quaggiù sulla Terra » . Fu come per Galileo « vedere per la prima volta i satelliti di Giove » . Nessuno « aveva idea di cosa fossero esattamente » . Se li figurarono « come animali piccolissimi ( questo il significato letterale della parola “animalculi”) dotati d’organi, d’uno stomaco e d’un cuore, assimilabili in tutto e per tutto ai grandi animali che vediamo a occhio nudo » . Ci sarebbero voluti secoli per capire come stavano realmente le cose, cioè che i microbi erano le forme di vita originarie: le « nanomacchine » , come le chiama il biologo Paul G. Falkowski in un grande libro, I motori della vita, che hanno generato e attrezzato, col tempo e una pazienza darwiniana, tutti gli organismi complessi a venire e « reso abitabile la Terra » . Invisibili, e a lungo inimmaginabili, i microbi sono in giro praticamente da sempre, come si è scoperto soltanto di recente, nel 1993. È quanto racconta il paleobiologo J. William Schopf in un altro grande libro, La
SI MOTORI DELLA VITA di Paul G. Falkowski Bollati Boringhieri 2016, pp. 235, 22 euro, ebook 9,99 euro LA CULLA DELLA VITA di J. William Schopf Adelphi 2003, pp. 499, 32 euro
XI BUONI E I CATTIVI di Jessica S. Sachs Bollati Boringhieri 2012, pp. 351, 13,50 euro
XDAI BATTERI ALLE BALENE. IL PICCOLO E IL GRANDE IN BIOLOGIA di John Tyler Bonner Raffaello Cortina 2007, pp. 155, 15,50 euro culla della vita, storia ( e memoir) della scoperta – ad Apex, in una pietraia nel nord- ovest dell’Australia – dei « fossili dei più antichi microrganismi conosciuti: cianobatteri vecchi di tre miliardi e mezzo di anni » .
Software genetico. Prima che le rocce australiane, poco più di vent’anni fa, riscrivessero la storia della vita sul nostro pianeta, si pensava che la giostra dell’evoluzione fosse cominciata non più di 500 o 600 milioni di anni fa e che la vita fosse un fenomeno geologicamente recente, iniziato quando un’atmosfera ricca d’ossigeno aveva finalmente reso possibile la comparsa dei primi organismi viventi, microrganismi unicellulari compresi. Ma virus, microbi e batteri ( si calcola che esistano all’incirca mille miliardi di specie microbiche sul pianeta) erano in giro già da epoche immemorabili quando nell’atmosfera ancora non c’era traccia d’ossigeno. Furono anzi alcune particolari « nanomacchine » ( i cianobatteri, « o alghe verdi- azzurre » ) a produrre per prime ossigeno biologico. Grazie ai cianobatteri, che quasi tre miliardi d’anni fa, ultimi arrivati tra i microbi, cominciarono a produrre ossigeno con la fotosintesi, « l’evoluzione della vita sulla Terra è cambiata per sempre » . Grazie ai fossili di Apex, grazie all’invenzione « fortuita » del microscopio, grazie allo studio dei veri e propri « motori » biologici che le « nanomacchine » microbiche, come spiega Falkowski nel suo libro, hanno approntato e messo al servizio d’un universo biologico enormemente ricco e multiforme, la storia del software genetico terrestre è stata vertiginosamente retrodatata. Nati da quello che sembra essere il caso, chissà dove il caso ci porterà.