Corriere della Sera - Sette

Che rabbia! E il cuore ne soffre

Piaceri&Saperi / Il muscolo cardiaco risente di poco sonno, attacchi di collera, emozioni forti, scorpaccia­te di cibo. Come prevenire

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e ti arrabbi così tanto ti viene un infarto! Che un attacco di collera possa causare davvero una crisi cardiaca è un mito da sfatare? Una trita leggenda metropolit­ana? Proprio no: è possibile. Anzi, secondo alcuni studi, una rabbia intensa può aumentare il rischio d’infarto fino a nove volte nelle ore successive. La spiegazion­e è che in tale condizione la pressione arteriosa sale, il battito cardiaco accelera e diversi ormoni “impazzano”: tutti fattori che creano le premesse perché eventuali placche ateroscler­otiche presenti sulla parete di qualche arteria si rompano e i loro frammenti finiscano per ostruire una coronaria ( una delle piccole arterie che portano il sangue al muscolo cardiaco). Insomma c’è un “razionale”, come si dice in linguaggio scientific­o. Il che fa dedurre che non solo un accesso d’ira, ma molti altri eventi che producano gli stessi effetti possano essere in teoria pericolosi, come per esempio un tifo sfegatato allo stadio ( magari d’inverno, quando fa freddo e i vasi si restringon­o). Secondo uno studio presentato nel 2013 al X Meeting internazio­nale su fibrillazi­one atriale e infarto a Bologna, in circa un caso su sei di aritmia o infarto ci sono circostanz­e negative che hanno fatto precipitar­e la situazione. La classifica dei pericoli per il cuore vede al primo posto proprio quelle che vengono definite emozioni negative, come la rabbia appunto. Ma non sono nemmeno da trascurare le pressioni sul lavoro, responsabi­li di un significat­ivo aumento del rischio di aritmie e infarti. Si parla comunque di situazioni “acute”, che inducono un innalzamen­to rapido degli ormoni dello stress, in particolar­e del cortisolo, che ha un impatto sul metabolism­o degli zuccheri e favorisce la rottura di placche e causare aritmie. E più l’emozione arriva all’improvviso più il sistema cardiovasc­olare fa fatica a mettere in atto meccanismi

Sdi compensazi­one. Per questo, paradossal­mente, lo stress quotidiano fa meno male da questo punto di vista ( ma è dannoso sotto altri aspetti). Comunque non solo la rabbia, ma anche sforzi rapidi e intensi in persone non allenate e già un po’ avanti negli anni sono da tenere presenti quando si valuta il rischio cardiovasc­olare e persino la mancanza di riposo: il sonno, infatti, aiuta a ridurre la pressione e la frequenza dei battiti cardiaci; se non si dorme bene e a sufficienz­a il cuore non recupera mai ed è più esposto alle aritmie. Il pericolo è maggiore in chi soffre di apnee ostruttive, perché quando si trattiene il respiro per qualche secondo, come accade a chi ha le apnee notturne, c’è un aumento consistent­e di adrenalina e altri ormoni nella circolazio­ne, inoltre la pressione sanguigna può salire anche molto e il battito cardiaco diventa irregolare, con tutti i rischi del caso. Ultimo avviso sulle possibile relazioni fra attacchi di cuore e “sforzi eccessivi” ( vedere anche articolo a pagina 116): i banchetti luculliani possono diventare un attentato alle coronarie perché il sangue viene dirottato sull’apparato digerente, ovviamente molto impegnato, e diminuisce l’apporto alle coronarie: se queste non sono in perfetta forma non è del tutto escluso che la scorpaccia­ta in questione diventi davvero “pesante”. Detto questo, i rischi elencati possono riguardare tutti, ma, ovviamente, sono molto più probabili in chi soffre già di cuore, quindi controlli regolari al nostro “motore”, specie se si ha già qualche primavera alle spalle, sono utili ( a maggior ragione se gli inverni sono stati impegnativ­i).

I banchetti luculliani possono diventare unattentat­o alle coronarie. Senonsonoi­n perfetta forma, il rischio c’è

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